Chi è
l'uomo Padre Pio da Pietrelcina?
Quali sono i suoi tratti
umani, il suo temperamento, le sue perplessità e le difficoltà,
i suoi affetti, le sue attenzioni, il suo mondo. Comprendere la
santità di Padre Pio, è conoscere l’uomo,
non dimenticando che ogni santità, poggia sulla semplice
e nuda realtà. Gli elementi ricavati dall’Epistolario
compongono uno stupendo mosaico dell’uomo Padre Pio mostrandone
l’umanità, i limiti, le difficoltà, le ansie,
il suo essere uomo che ci permettono di contemplare un modello
di santità più vicino alle nostre esperienze di
uomini.
L’epistolario è
una raccolta di lettere scritte tra il 1902 ed il 1968 suddiviso
in quattro volumi: i Componimenti Scolastici, le Lettere ai Padri
Spirituali, le Lettere ai Figli Spirituali, le Lettere alla Famiglia.
I componimenti scolastici
Scritti
tra il 1902 e il 1905 i componimenti scolastici ci aiutano a capire
la cultura, la sensibilità, la spiritualità del
giovane Francesco e dello studente cappuccino durante quegli anni
di permanenza a Pietrelcina. Anni che sembrano preparare Francesco,
attraverso la sofferenza, la malattia e le stimmate alla missione
che Dio disegnava per lui. Anni in cui si forma la personalità
di un uomo profondamente calato nella cultura contadina e sul
cui carattere incisero i tratti di una terra dura e ostile, di
un paese dalle belle tradizioni, dove il tempo della vita scorreva
nel timore di Dio e sotto lo sguardo della Provvidenza.
Gli affetti familiari
Queste parole dolcissime
descrivono la figura e il ruolo della mamma: “Oh quanto
sono dolci ed affettuosi i baci delle madri! Essi sono come tanti
dardi da ferire i cuori più duri dei figliuoli ingrati.
Chi è mai colui che al ricordarsi di tante cure materne
e dei baci che esse ci hanno impresso sul volto quando si era
piccini non può fare a meno di pensare ad esse.”
Il rispetto e la reverenza
per il papà si possono leggere in una lettera che Francesco
scrisse al padre quando era in America: “Mio ottimo padre,
non potete immaginare con quanto piacere abbiamo ricevuto la vostra
lettera, con cui mi assicurate che godete di ottima salute. Anche
noi grazie al Signore, stiamo bene, ed io, in special modo, rivolgo
continue preghiere alla nostra bella Vergine, affinché
vi protegga da ogni male e vi restituisca sano e salvo al nostro
affetto.”
In un passo che descrive
la nonna, Francesco vede tutte le qualità cui ispirare
la sua vita: “Ella è senza dottrina, ma però
è eloquente e piena di naturale prudenza; e perciò
è officiosa negli amici, misericordiosa nei poverelli,
nelle conversazioni utile, nei consigli cauta, nelle esecuzioni
presta, e nei suoi detti e risposte arguta e grave. Frequenta
la chiesa più e più volte, non mancando mai di spesso
confessarsi di comunicarsi.”
I principi morali
Le lettere contengono meditazioni
sui principi in cui Francesco cresceva: la santità come
risposta a Dio; la giustizia come modello di vita ispirata al
giusto comportamento insegnato da Dio; la famiglia nata del sacramento
del matrimonio; il perdono come sentimento che deve guidare ogni
scelta e allontanare l’odio; l’amore per la verità
come fondamento della fede.
Padre Pio cresciuto in
questi principi, acquisiti della vita quotidiana del mondo contadino,
era un uomo semplice depositario di un amore universale. In questo
uomo, immerso nella sua realtà, che vive rettamente e si
cala nella sua storia cresce il germe di santità gettato
da Dio.
In un tema egli esprime
la forte volontà di vivere la giustizia con responsabilità
e impegno vestendosi dei panni di un re: “Se fossi re vorrei
essere sempre un re religioso (…) combatterei prima di tutto
il divorzio, da molti cattivi desiderato e farei sì che
il sacramento del matrimonio fosse rispettato. (…) Anzi
io cercherei di illustrare il mio nome col battere sempre la via
del vero cristiano; (…) Mi dimostrerei affabile, umano osservatore
delle leggi, passeggerei come semplice cittadino, darei udienza
a tutti (…).
In un altro tema, “La
bugia”, partendo da considerazioni di carattere sapienziale
della cultura contadina, dove la bugia ha le gambe corte ed è
come l’olio, che mescolata all’acqua, galleggia sempre,
Francesco giunge a conclusioni morali interessanti.
“impariamo a dire
sempre la verità, poiché questa è una virtù,
che ci fa palesare i nostri sentimenti tali, quali sono nel cuore,
con una retta intenzione di piacere a Dio solo (…) dobbiamo
amare l’essere sinceri e veraci; (…) la grazia e la
verità sono i primi mobili del nostro spirito, del nostro
cuore, della nostra lingua, e che le nostre parole hanno una perfetta
conformità coi nostri pensieri e con le nostre azioni”.
Le lettere ai padri spirituali
Nelle lettere scritte tra
il 1910 e il 1922 ai suoi direttori spirituali, padre Benedetto
e padre Agostino è custodita tutta la concretezza ed il
pensiero di un uomo che racconta, ammonisce, incoraggia, si rallegra
e piange. Di un uomo che nella quotidianità accoglie la
proposta di santità divina.
Un maestro severo
I primi sono anni determinanti
per la formazione mistica e spirituale dell’uomo Padre Pio,
che cerca attraverso il dialogo serrato con i suoi direttori spirituali
di dirozzare il suo spirito e di guarire le ferite dell’anima.
Egli cerca un guida dura
che incoraggi quanto ha di buono nel suo cuore e distrugga o corregga
le cose cattive. Padre Pio cerca un insegnante duro, che lo tratti
con il ferro e con il fuoco, con i metodi drastici che i contadini
usano con la terra per assicurarsi l’abbondanza.
“Non mi trattate
con dolcezza, perché questo non si conviene all’anima
mia, ma usate con me il ferro ed il fuoco. Per dirozzare il mio
spirito, per abbattere questo sepolcro di morte, non ci vogliono
le carezze e gli applausi, ma magli ed accette; non miele, dunque,
ma aceto è indicato per guarire le ferite dell’anima.”
Infaticabile confessore
e prodigioso salvatore di anime
Nelle lettere in cui parla
ai suoi direttori spirituali dell’importanza della riconciliazione,
è racchiuso un uomo attento alle esigenze del popolo di
Dio, un pastore sensibile nell’offrire il sacramento della
riconciliazione a tutti coloro i quali “vengono da lontani
paesi al solo scopo di lavarsi dei loro peccati”.
Il cappuccino avverte e
si immedesima nei disagi della gente e nei suoi desideri di liberazione
e riconciliazione con Dio, vivendo il peso del peccato, soffrendo
con e per gli uomini peccatori. Questo sentimento porterà
Padre Pio ad assolvere la sua missione di infaticabile confessore,
di prodigioso salvatore di anime.
“Non ho un minuto
libero: tutto il tempo è speso nel prosciogliere i fratelli
dai lacci di Satana (…) la maggiore carità è
quella di strappare anime avvinte da satana per guadagnarle a
Cristo.”
La Missione a corredimere
Nelle lettere che scrive
dopo il 1910, anno in cui viene ordinato sacerdote, Padre Pio
parla della missione di cui si sente investito, la missione a
corredimere, voluta da Dio ed accettata come effetto di amore.
Egli chiede l’aiuto ai suoi padri spirituali, perché
mettano a disposizione più sacerdoti confessori, per rispondere
all’esigenza di riconciliazione del popolo di Dio.
Anni dolorosi e tristi
La grande dedizione verso
le anime che giungevano a lui, l’amore per i suoi fratelli
accrebbero la fama di Padre Pio, ma contemporaneamente furono
la causa di tante incomprensioni e di molta diffidenza da parte
della chiesa. Nelle lettere con padre Benedetto egli cerca conforto
e giustizia, ma tutto si risolve in amara delusione che fa sprofondare
Padre Pio nella solitudine. Sono anni dolorosi e tristi offuscati
da eventi e circostanze che lo facevano sentire lontano dai suoi
confratelli, anni adombrati da incomprensioni con padre Benedetto
da cui temeva di essere ripreso anche quando si sforzava di fare
tutto il suo dovere, anni in cui Padre Pio soffocava nel pianto
l’amarezza. Consapevole di trovarsi nella verità
e nella volontà di Dio, non perderà mai la fiducia
di poter ritrovare il suo dialogo sereno con padre Benedetto.
L'amore per l'umanità
Dalle lettere possiamo
leggere la sua storia, una storia di amore profondo, fecondo efficace
negli effetti e nella testimonianza tra Dio e l’uomo. Leggendo
le pagine dell’epistolario, scorgiamo la passione di Padre
Pio per l’umanità, della sua attenzione verso chi
soffre, il suo amore per la giustizia. La sua missione è
ascoltare, comprendere, aiutare, proteggere e pregare per i fratelli
che si recano da lui per chiedere conforto, convinto com’è
che il più grande tesoro da dare all’umanità
è Dio poiché la più desolante e devastante
povertà per l’uomo è il non avere il Dio della
vita, quel Dio che fa ricco ognuno, in modo insperato ed abbondante.
La gioia di poter donare una simile ricchezza, è tanto
grande da non poter essere contenuta.
In una lettera al padre
Benedetto, scritta il 20 novembre del 1921, leggiamo: ”
Sono divorato dall’amore del prossimo. Dio per me è
sempre fisso e stampato nel cuore. Mai lo perdo di vista.(…).
Come è possibile vedere Dio che si contrista pel male e
non contristarsi parimenti? Vedere Dio che è sul punto
di scaricare i suoi fulmini, e per pararli altro rimedio non vi
è se non alzando un mano a trattenere il suo braccio, e
l’altra rivolgerla concitata al proprio fratello per un
duplice motivo: che gittino via il male e che si scostino, e presto,
da quel luogo dove sono, perché la mano del giudice è
per scaricarsi su di loro?”
Righe commoventi che rivelano
tutto il sentimento d’amore che Padre Pio provava per gli
uomini e per Dio. Si legge il grande desiderio di donare quel
fuoco d’amore all’umanità, quell’umanità
che si dimostra essere ancora distratta di fronte al sole divino,
e che sembra scegliere il freddo glaciale della propria egoistica
libertà. Si legge la pena nel vedere la distanza che separa
Dio e l’umanità. Un dramma che Padre Pio vive nell’intensità
della sua realtà di religioso, di sacerdote-confessore,
e che rivela in una sua lettera, dicendo “…quante
volte mi tocca dire a Dio giudice, con Mosé: o perdona
a questo popolo o cancellami dal libro della vita”.
Per amore dell’umanità,
egli seguì l’esempio di Mosé, pregando e operando
per salvare i suoi fratelli, intercedendo per loro presso Dio,
chiedendo di sopportare egli stesso pene e sofferenze.
Le lettere ai figli spirituali
Il terzo volume dell’epistolario,
è una raccolta di lettere che Padre Pio scrive alle sue
figlie spirituali in qualità di pastore e amico, che ascolta,
consiglia, e confida. Uomo che si pone accanto all’uomo
e con lui procede nel pellegrinaggio terreno.
L'amicizia
Nelle lettere è
testimoniato il profondo legame di amicizia che Padre Pio assicurava
a chiunque lo avvicinava. Il suo maggior desiderio era vivere
il rapporto di amicizia all’insegna della fiducia e delle
libertà, per poter raccontare la propria vita e poter ascoltare
il racconto delle esperienze della vita dei suoi figli spirituali.
Padre Pio proveniente da una cultura contadina, cresciuto all’ombra
di una famiglia dove aveva imparato a vivere nel sacrificio, nella
serietà, nell’umiltà e nell’onestà,
si trovava, nel suo ruolo di confessore, a contatto con ogni sorta
di categorie umane: ricche e povere, nobili e aristocratiche,
umili e incolte. Non vi era categoria sociale che lui preferisse
a danno di altre, rivolgendo a quanti si trovavano in difficoltà
e alzavano fiduciosi la loro invocazione di aiuto.
La grande disponibilità
che riservava a ciascuno in breve tempo accrebbe la stima e la
fiducia in un padre così caritatevole. A tutti egli mostrava
la gioia di ricevere lettere, quali segno di affetto e di stima
verso al sua persona e così rispondeva: “ puoi immaginare
quanta gioia abbia arrecato al mio cuore la tua lettera(…).
Oh quanto ringrazio Gesù per le belle notizie che mi dai,
specialmente per quel che riguarda la condotta che tiene la divina
grazia verso la tua anima”.
In Padre Pio vi è
una comprensione e un coinvolgimento per i sentimenti dei suoi
figli, tale da considerare la loro anima al pari della sua. Non
un lettore distaccato ma un padre pronto a sovvenire ai bisogni
dei suoi fedeli, con parole piene di delicatezza e di amore.
Padre Pio viveva con i
suoi figli spirituali un rapporto di amicizia disteso e sereno,
profondo ed efficace. Un’amicizia considerata “santa”
nel Signore, pregna di tutto il suo significato spirituale, perché
come ogni conveniva da Dio e a Dio doveva tornare.
Il suo ruolo di direttore
spirituale era vissuto attraverso le lettere, come mezzo per aiutare
i suoi figli a creare un rapporto di libertà e verità
in Dio, rapporto che prevedeva confidenza e trasparenza, apertura
e coraggio, capacità di confronto e rispetto del prossimo.
La giustizia
Le lettere del IV volume,
sono una testimonianza fedele dei tempi difficili, che Padre Pio
dovette affrontare durante gli anni che lo videro vittima di falsità
e infamie. In quegli anni, per disposizione della Santa Sede,
Padre Pio fu relegato in un triste segregazione, abbandonando
il fratello in uno stato di desolazione e solitudine. Il profondo
senso di giustizia, cui improntare la propria vita ispirandosi
al divino insegnamento, si fa quanto mai evidente in queste pagine
dell’Epistolario.
Le lettere alla famiglia
Le lettere scritte a mamma
Peppa, a Zì Grazio, al fratello Michele ci danno una chiara
visione dell’umanità della figura di Padre Pio. Qui
sono espresse tutte le emozioni e i sentimenti, i rammarichi e
le gioie, di un uomo sempre presente nella vita della sua famiglia.
“(…) il mio
pensiero è in ogni tempo sempre rivolto a voi tutti con
sentimenti di vivo affetto e sincera riconoscenza, e con l’assidua
preghiera presso il buon Dio cerco di sdebitarmi in qualche modo
dei sacrifici che per me avete sopportato”.
L’amore profondo
per il valore della famiglia, frutto del sacramento del matrimonio,
il rispetto e la riconoscenza verso i genitori, l’affetto
tenero verso i fratelli: i sentimenti di Padre Pio per la sua
famiglia erano quelli di figlio fedele, di uomo religioso e di
saggio confidente
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