Parrocchia San Nicola da Bari Mentana (Roma)

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Avvenimenti

GLI AVVENIMENTI

E’ proprio nella piccola cittadina garganica che si manifestarono i fatti mistici più rilevanti. Il più clamoroso fu senz’altro quello delle stimmate che Padre Pio ricevette visibili e sanguinanti la mattina del 20 settembre 1918. La vera crocifissione venne preceduta dalla trasverberazione mistica che avvenne la sera del 5 agosto 1918, poco più di un mese prima della stigmatizzazione.

Leggiamo insieme come racconta questo momento lo stesso Padre Pio: "Me ne stavo confessando i nostri ragazzi la sera del 5, quando, tutto ad un tratto, fui riempito di un estremo terrore alla vista di un Personaggio Celeste che mi si presentò dinanzi all'occhio dell'intelligenza.

Teneva in mano una specie di arnese, simile ad una lunghissima lancia di ferro con una punta bene affilata, e sembrava che da essa punta uscisse fuoco. Vedere tutto questo e osservare detto Personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese nell'anima mia, fu tutto una cosa sola! A stento emisi un lamento, mi sentivo morire! Dissi al ragazzo che si ritirasse perchè mi sentivo male e non sentivo la forza di continuare. Questo martirio durò senza interruzione fino al mattino del giorno 7. Cosa io soffrii in questo periodo sì luttuoso io non so dirlo! Persino le viscere vedevo che venivano strappate e stiracchiate dietro quell'arnese, e tutto era messo a ferro e a fuoco! Da quel giorno in quà io sono stato ferito a morte. Sento nel più intimo dell'anima mia una ferita che è sempre aperta e mi fa spasimare assiduamente. Non è questa una nuova punizione inflittami dalla Giustizia Divina? Giudicatelo voi quanta verità sia contenuta in questo e se io non ho tutte le ragioni di temere, di essere in un'estrema angoscia..." (Epistolario I pagg.1065-1066).

Facciamo un passo indietro. Ecco cosa scrive il giovane frate al padre Agostino il 3 dicembre 1912, nel periodo in cui il suo animo venne ferito misticamente dall’amore di Dio con le stimmate invisibili: "Mio carissimo padre, vorrei per un solo istante scoprirvi il mio petto per farvi vedere la piaga che il dolcissimo Gesù amorosamente vi ha aperto in questo mio cuore. Esso finalmente ha trovato un amante che si è talmente invaghito di lui, che non sa più inasprirlo. Questo amore voi lo conoscete. E' un amante che non si adira mai con chi l'offende. Infinito è il numero delle misericordie di lui che il mio cuore porta con sè. Ed allorchè gli domando che cosa ho fatto per meritare tante consolazioni, lui sorride e mi va ripetendo che a tanto intercessore nulla si nega. Mi chiede in ricompensa solo amore; ma non lo debbo forse a lui questo per gratitudine?" (Epistolario I - pag.316).

Personaggio carismatico o uomo predestinato?

Non crediate sia una sottigliezza da poco. Questa distinzione ha la sua valenza. Un giorno, esattamente il 13 febbraio ‘97, ero al telefono con il giornalista Enrico Malatesta, uno degli studiosi più noti del frate stigmatizzato, autore di numerosi libri sulla vita e le opere di Padre Pio. Ero a caccia di testimonianze e desideravo avere anche la sua. Pur non avendo mai conosciuto il monaco santo, Malatesta, mi confidò cosa pensava del frate e poi fece una distinzione fra personaggio carismatico e predestinato di Dio. Sulle prime non condividevo la sua esposizione dei fatti, perchè il noto autore credeva che io volessi includere in questa categoria anche Padre Pio. Egli probabilmente intendeva dare di costoro, i personaggi carismatici, una definizione più esoterica, intendere che questi hanno a che fare con la magia e le scienze dell’occulto. Mi spiegò che lui non amava dare a Padre Pio la definizione di personaggio carismatico e che invece, volendo per forza etichettarlo preferiva dire che era un uomo di Dio, meglio ancora un uomo predestinato da Dio, un uomo sul quale il Signore aveva un progetto molto speciale.

Convenni immediatamente con lui e dissi che ero d’accordo; poi mi spiegò che cosa si dovesse intendere per personaggio carismatico: "Chiunque venga rivestito di doni dalla Provvidenza di Dio, si può dire carismatico. Il carismatico può far uso del dono per la gloria del Signore, ma anche farne cattivo uso, limitarlo, strumentalizzarlo, con la sua libera volontà persino distorcere il significato del dono, come accade spesso a molte persone che si fanno spesso condizionare dai loro stessi carismi. Padre Pio non era nulla di tutto questo. Egli era un uomo predestinato dal Signore, un altro Cristo, al quale Dio aveva dato l’incarico di completare la redenzione di Gesù, di cooperare alla salvezza del mondo".

Don G. Amorth condivide il pensiero del noto giornalista e dice: "Sono d’accordo, ma non so se i motivi siano gli stessi. Noi chiamiamo "personaggio" un uomo famoso. Ci sono tanti carismatici che sono rimasti nell’ombra, per cui non erano "personaggi". Certo, questo non si può dire per Padre Pio, che ha segnato profondamente la sua epoca".

Credo che Malatesta volesse intendere che Padre Pio era qualcosa di più di un carismatico, la sua anima era stata pensata forse dal Padre, nello stesso modo in cui Egli pensò alla Madonna quando decise di incarnarsi in Gesù, farsi carne per la redimere l’umanità corrotta dal peccato. Ed in questo senso, un segno vivo della compartecipazione del frate alla passione del Messia, si ha nelle stimmate di cui parleremo nel prossimo capitolo.

Le Stimmate

La stigmatizzazione vera e propria avvenne la mattina del 20 settembre 1918, come riferisce lo stesso Padre Pio qualche giorno dopo al suo confessore, Padre Benedetto da San Marco in Lamis:

"...Cosa dirvi a riguardo di ciò che mi domandate, del come sia avvenuta la mia crocefissione? Mio Dio! Che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che Tu hai operato in questa meschina creatura!!!

Era la mattina del venti settembre. Ero nel coro, dopo la celebrazione della santa messa, allorchè venni sorpreso da un riposo simile a un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni nonchè le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile.

In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me. Vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto ed una posa nella stessa rovina.

E tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi innanzi un misterioso Personaggio, simile a quello visto il 5 agosto, da cui si differenziava in questo solamente, che aveva le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. La sua vista mi atterrì...ciò che sentii in quell'istante non saprei dirvelo...mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore che sentivo sobbalzare dal petto.

La vista del Personaggio si ritirò ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue!

Immaginate lo strazio che sperimentai e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni; la ferita del cuore getta assiduamente del sangue, specie dal giovedì sera fino al sabato.

Padre mio, io muoio di dolore per lo strazio e la confusione susseguente che io provo nell'intimo dell'anima! Temo di morire dissanguato se il Signore non ascolta i gemiti del mio povero cuore col ritirarsi da questa operazione...

Mi farà questa grazia Gesù che è tanto buono? Toglierà almeno da me questa confusione che io esperimento per questi segni? Innalzerò forte la mia voce a Lui e non desisterò dallo scongiurarlo affinchè la sua Misericordia ritiri da me non lo strazio e il dolore, perchè lo veggo impossibile dato che io voglio inebriarmi di dolore, ma questi segni esterni che mi sono di una confusione indescrivibile...".(Epistolario I - pagg.1093-1094).

"Ho potuto vedere molto distintamente le stigmate di Padre Pio - dice la signora Gabriella Serra, sua figlia spirituale di Bolzano - erano aperte. Quando diceva Messa su quello spiazzo all’aperto, si notavano molto bene. Ricordo che la prima volta capitai a San Giovanni Rotondo nel mese di settembre e quello che mi colpii tantissimo fu l’intenso profumo di rose, una cosa meravigliosa".

Le estasi e le visioni. Caratteristiche del fenomeno

"Le estasi e le visioni in Padre Pio - dice Padre Agostino da S. Marco in Lamis, uno dei suoi direttori spirituali - cominciarono fin dal quinto anno di età". L’umile frate di Pietrelcina era stato favorito da questo grande dono. Egli, per grazia, poteva penetrare i misteri divini con chiarezza, poteva comprendere quella verità soprannaturale che ai comuni mortali viene celata e che solo può manifestarsi con la forza della fede. Il mistero di un Dio insondabile, impenetrabile, che si nasconde, che si cela, come direbbe Blaise Pascal, per Padre Pio era una presenza reale, viva.

Ma in quale modo il servo di Dio sperimentava queste ineffabili grazie divine? Come poteva dialogare con il Sommo Bene?

Le sue lettere, soprattutto quelle dell’Epistolario I, sono molto eloquenti a riguardo e svelano qual’era la maniera ordinaria in cui avvenivano i colloqui celesti.

Gli studiosi sono concordi nel ritenere che nei mistici, e quindi anche in Padre Pio, la tratta d’unione fra la propria condizione materiale finita e Bene infinito, fosse costituita dalla penalizzazione dei sensi, fin quasi alla privazione di essi. Privazione intesa come mortificazione sensoriale volontaria, al fine di far rinascere lo spirito, che senza l’impaccio dei bisogni temporali, libero dalle zavorre del mondo che gli impediscono di innalzarsi asceticamente, raggiunge le alte vette della perfezione mistica. Il rapporto del mistico con le celesti bellezze, avviene in più tempi. Ma la maggior parte degli studiosi sono concordi nel ritenere che questo "processo" di trasformazione interiore non sia possibile senza una speciale grazia divina che è quella della ferita d’amore o trasverberazione della quale già abbiamo riferito. E’ vero che si tratta solitamente di anime predilette dal Signore e quindi già destinate ad un determinato grado di santità, ma è altrettanto vero che, per queste anime mistiche, il raggiungere la perfezione dipende dalla loro libera volontà, dal grado di corrispondenza a questa grazia e la loro imperfezione pure dipende dal rifiutarla cinicamente. Sono convinto che il Signore abbia progetti di santità su tutti gli uomini, ma realizzarli dipende dalla volontà libera, da come ciascuno corrisponde al celeste dono. E’ chiaro che nei mistici questa risposta è totale, è così incondizionata da raggiungere in molti casi la vera e propria schiavitù d’amore. Gli esempi a riguardo sono molti: San Luigi Grignon De Montfort, Sant’Alfonso Maria De Liguori, Sua Santità Giovanni Paolo II che all’inizio del suo Pontificato fece suo il motto "Totus Tuus", cioè tutto tuo, tutto di Maria. Una schiavitù d’amore operata con uno speciale affidamento alla Madonna e che ha sortito effetti spirituali veramente grandissimi, che hanno permesso al Pontefice polacco di raggiungere mete insperate.

Ritornando al mistico Padre Pio e all’argomento specifico di questo paragrafo non possiamo non considerare la dinamica del dialogo fra l’uomo e Dio. In Padre Pio viveva costantemente, attimo dopo attimo, Gesù Cristo, il Messia. Il frate era la riproduzione esatta del Crocifisso. Le estasi avvenivano pertanto attraverso un rapimento dello spirito, il più delle volte si trattava semplicemente di visioni immaginative, puramente interiori che non avevano bisogno di un supporto visivo, anzi la loro chiarezza spirituale era così intensa e precisa, che non si poteva dubitare sulla loro provenienza divina. Il frate di Pietrelcina non vedeva sempre delle cose durante le sue visioni e le sue estasi. In lui si affollavano le intuizioni sante, si facevano avanti le locuzioni, egli non sentiva necessariamente voci umane, ne vedeva immagini dai contorni definiti. In lui era l’occhio dell’intelletto, dell’intelligenza che agiva. Poteva conoscere verità di altissimo valore spirituale, persino incomprensibili alla finitezza umana con estrema chiarezza, come ad esempio l’essenza del Dio Uno e Trino. Eccone un esempio:

"Le manifestazioni che il Signore suole fare all’anima mia parmi che vadano distinte così: in manifestazioni ed apparizioni puramente soprannaturali, riguardanti esseri privi di forme, ed in manifestazioni di esseri sotto forme umane.

Le prime riguardano Iddio, le sue perfezioni, i suoi attributi. Di queste non riesco in nessun modo a trarle in iscritto non ostante che l’ho presente alla mente...Un esempio spero che chiarirà la cosa in modo assai debole. Portiamoci dinanzi ad uno specchio. Cosa vediamo? Non altro se non un’immagine umana. Il nostro intelletto, seppur non è infermo, non dubiterà, neanche per sogno, esser quella un’immagine che non sia la nostra.

Poniamo il caso che tutti gli uomini volessero provarci che noi c’inganniamo nel voler credere che l’immagine che vediamo nello specchio sia la nostra; riuscirebbero forse non dico a rimuoverci dal nostro convincimento, ma a farci forse nascere un dubbio anche lievissimo intorno a ciò? No, di certo. Ebbene, lo stesso avviene a me in queste manifestazioni e locuzioni divine (Epistolario I, pagg. 373,374 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina).

Non voglio certo affermare che le visioni e le estasi in Padre Pio siano state solamente interiori. E’ mia precisa convinzione che egli era stato favorito da Dio anche da molte apparizioni, come lui stesso ha testimoniato nella lettera appena citata. Queste ultime certamente avvenivano con il concorso della vista corporea. Egli vedeva immagini e rappresentazioni con i suoi occhi naturali. Continuiamo a leggere l’Epistolario: "Facciamo l’ipotesi che Iddio manifesti all’anima un suo attributo, per esempio la santità. L’anima comprende, per quanto è nella capacità che Dio le dà, questo attributo, e ciò che ha appreso una volta lo ha sempre scolpito dentro di sè, ma non riesce però ad esprimere ciò che ha appreso e ciò che pur essa vede.(Ibidem, pag.374). Qualcosa di analogo racconta anche Santa Teresa d’Avila nel suo "Castello Interiore":

"A volte, insieme alle cose che si vedono con gli occhi dell’anima, se ne presentano in visione intellettuale altre, specialmente schiere di angeli intorno al loro Signore. Senza che si veda nulla, nè con gli occhi del corpo nè con quelli dell’anima, tramite una mirabile grazia conoscitiva ch’io non saprei proprio descrivere, si percepisce tutto questo e un infinito numero di altre realtà davvero inesprimibili. Chi abbia la fortuna di provarle e possegga maggior capacità di me, sarà forse in grado di descriverle, quantunque a mio parere l’impresa rimanga sempre assai difficile. Se tutto ciò avvenga mentre l’anima si mantiene unita al corpo o no, io non saprei dirlo...(Castello interiore, Santa Teresa d’Avila, Seste mansioni, pag. 210, Ed. O.C.D. Roma 1995). A riguardo dell’impossibilità di esprimere con parole naturali ciò che le anime sante vedono delle realtà invisibili e soprannaturali ci viene in aiuto anche un passo della seconda lettera di San Paolo ai Corinzi:

"1 Non è bello vantarsi, eppure devo farlo. Perciò vi parlerò delle visioni e delle rivelazioni che il Signore mi ha concesse.

2 Conosco un credente che quattordici anni or sono fu portato fino al terzo cielo. (Io non so se egli vi fu portato fisicamente o solamente in ispirito: Dio solo lo sa).

3-4 So che quell'uomo fu portato sino al paradiso. (Se lo fu fisicamente o solamente in ispirito - lo ripeto - io non lo so: Dio solo lo sa). Lassù udì parole sublimi che per un uomo è impossibile ripetere.

5 Di quel tale sono disposto a vantarmi, ma per quanto riguarda me, mi vanterò soltanto delle mie debolezze.

6 Se avessi voglia di vantarmi non sarei un pazzo perché direi la pura verità. Tuttavia non lo faccio: voglio che la gente mi giudichi in base a ciò che faccio e dico, e che non abbia di me un'opinione più alta.

7 Io ho avuto grandi rivelazioni. Ma proprio per questo, perché non diventassi orgoglioso, mi è stata inflitta una sofferenza che mi tormenta come una scheggia nel corpo come un messaggero di Satana che mi colpisce per impedirmi di diventare orgoglioso.

8 Tre volte ho supplicato il Signore di liberarmi da questa sofferenza.

9 Ma egli mi ha risposto: "Ti basta la mia grazia. La mia potenza si manifesta in tutta la sua forza proprio quando uno è debole". È per questo che io mi vanto volentieri della mia debolezza, perché la potenza di Cristo agisca in me.

10 Perciò io mi rallegro della debolezza, degli insulti, delle difficoltà, delle persecuzioni e delle angosce che io sopporto a causa di Cristo, perché quando sono debole, allora sono veramente forte".(II Corinzi, 12,1-10).

Possibile interpretazione dei fenomeni fisici provocati durante il fatto mistico

Nel fatto mistico, nella manifestazione soprannaturale, è frequente un effetto fisico sulla materia, quello che comunemente la parapsicologia definisce telergia, che a sua volta si raggruppa in altre manifestazioni come la telecinesi, la smaterializzazione e la materializzazione di oggetti e altri simili fenomeni.

In Padre Pio il fatto mistico ha spesso provocato anche effetti sulla materia. Nelle bilocazioni, ad esempio, egli riusciva a muovere e trasportare oggetti, interagiva con l’ambiente visitato mentre il suo corpo rimaneva fermo nella cella del convento dove veniva ospitato.

Nè la scienza moderna e nessun’altra disciplina hanno potuto spiegare razionalmente la dinamica dell’effetto fisico durante il manifestarsi dal fatto mistico, rapimento, bilocazione, levitazione che sia.

Possiamo solo dire che in percentuale, tenendo naturalmente conto solo dei fatti che abbiano dei riscontri attendibili, con esclusione quindi di fenomeni indotti, provocati ed ingannatori, gli effetti fisici sono riscontrabili molto più spesso in ambito cattolico e vissuti da personaggi che hanno saputo mortificare i sensi a vantaggio dello spirito e che abbiano esercitato le virtù teologali in maniera eroica.

"Dio è sempre diverso nei suoi santi - afferma don G.Amorth - come, del resto, in ogni uomo. Le due principali caratteristiche di Padre Pio erano la Messa e le confessioni. I suoi carismi principali, a parte le stimmate, sono stati: la scrutazione delle coscienze, la bilocazione, il profumo. Un altro santo con tutte queste caratteristiche non saprei trovarlo. Molti santi o sante hanno ricevuto da Dio alcuni di questi carismi e anche tanti altri, che Padre Pio non aveva. Cercando un paragone, avvicinerei Padre Pio a santi confessori, come il curato d’Ars e Padre Leopoldo Mandic".

Descriviamo un momento di un rapimento mistico vissuto da Padre Pio e descritto in una lettera del 18 aprile 1912: "...Finita la messa mi trattenni con Gesù pel rendimento di grazie. Oh quanto fu soave il colloquio tenuto col paradiso in questa mattina! Fu tale, che pur volendomi provare a voler dir tutto non lo potrei; vi furono cose che non possono tradursi in un linguaggio umano, senza perdere il loro senso profondo e celeste. Il cuore di Gesù ed il mio, permettetemi l’espressione, si fusero. Non erano più due i cuori che battevano, ma uno solo. Il mio cuore era scomparso, come una goccia d’acqua si smarrisce in un mare."(Epistolario I, pag.273, Ed. Padre Pio da Pietrelcina). Si tratta in questo caso di un’estasi mistica in cui interviene un colloquio celeste fatto di immagini interiori, puramente intellettuali e viste solo con l’occhio dello spirito.

Il parere dello scrittore Renzo Allegri

"Un giorno ero a Roma con il prof. Servadio - mi racconta Allegri, durante un’intervista - che è stato uno dei grandi studiosi del paranormale. Per lungo tempo è vissuto in India, dove ha anche insegnato all’Università, quindi era uno che aveva una certa conoscenza della materia e direi anche ad alto livello. Parlando di Padre Pio, di Rol e di altri mistici, lui mi disse una cosa che in India era molto nota e che gli studiosi mettevano in evidenza. Era questa: quando una persona, nella nostra cultura, un santo, un’asceta, nella cultura indiana il guru, o altri soggetti di questo tipo, si dedicano ad una vita mistica, ascetica, in loro si manifestano sempre fenomeni paranormali; possiamo paragonare questa scalata ascetica ad una specie di piramide in cui più si va verso la vetta, tutto quello che accade sotto, si manifesta spontaneamente. E parlava di tutti quei fenomeni paranormali, che non hanno niente a che fare con l’ascetica, perchè quella è una cosa ancora superiore. Più si raggiunge la vetta e più in modo manifesto e spontaneo si palesano i fenomeni paranormali. Secondo questa teoria, è da ammettere che in Padre Pio, essendo lui un grande santo, un grande mistico, si manifestavano in lui anche i fenomeni paranormali che sono di grado inferiore ai grandi doni carismatici. In Padre Pio certamente si è verificata la presenza di molti fenomeni paranormali di origine parapsicologica come la telecinesi, la psicocinesi, la telepatia, la lettura del pensiero. In lui avvenivano in modo più elevato, perchè su questi fenomeni spontanei di origine paranormale, si innestavano anche quelli carismatici e spirituali.

E’ opportuno fare una distinzione però. La santità di Padre Pio non consiste nell’argomento squisitamente carismatico o dei doni, ma in altro, cioè nell’esercizio eroico delle virtù".

"Padre Pio aveva tanti carismi - dice don Amorth - ma anche i carismi non agiscono automaticamente; chi comanda è sempre il Signore. Certe volte Padre Pio taceva perplesso, quasi chiedendo al Signore una risposta che non gli arrivava. Non sono al corrente però di previsioni o predizioni sbagliate; quando invece parlava con forza, quasi con autorità, si avverava tutto. Il più delle volte parlava con tanta umiltà e conosco casi in cui attendeva con ansia di sapere se quello che aveva detto con incertezza si era poi avverato".

Ma è possibile un errore nel profetare? Don Amorth dice che "se uno è veramente ispirato da Dio non è possibile che ci siano errori. Ma lo stesso profeta molte volte non si rende conto se una sua parola era stata ispirata o no; lo si capisce dai fatti. Anche Padre Pio, il più delle volte, dava risposte con umiltà e umano buon senso. Era un errore da esaltati (e non ne mancavano di certo) pensare che ogni parola di Padre Pio fosse parola di Dio".

Don Amort non sà se in Padre Pio si manifestavano anche fenomeni parapsicologici. "Mi limito a notare - afferma - che talvolta uno stesso fatto può avere origine carismatica, oppure origine naturale (come sono i fatti parapsicologici). In questi casi sono le circostanze, le persone a cui accadono, le modalità, che ci fanno capire quale sia la loro origine. Mosè, con la forza di Dio, compiva davanti al Faraone gli stessi prodigi che poi i maghi ripetevano con la forza del demonio".

Doni più marcatamente evidenti

Esistono in ciascun mistico dei doni più evidenti rispetto ad altri. Per lo più il Signore arricchisce i Suoi servi di un dono, forse due, ma molto raramente ne concede di più. Padre Pio li aveva ottenuti tutti, ma alcuni erano marcatamente più sviluppati degli altri.

Per risparmiare al lettore inutili dissertazioni in materia, possiamo dire che in Padre Pio si manifestavano nello stesso momento più carismi. I meno sviluppati tuttavia, secondo lo studio che ho condotto sul frate stigmatizzato, risultano essere: il dono di guarigione inteso nel senso carismatico come parola di conoscenza, quello della profezia e della liberazione delle anime dal demonio.

Egli quindi, pur avendo a lungo combattuto con gli spiriti infernali, non era un esorcista, nè un guaritore in senso carismatico, come potrebbe essere per esempio Padre Emiliano Tardif, e nemmeno un profeta.

Molti testimoni, giurano di aver sentito Padre Pio fare delle previsioni, esprimere vere e proprie profezie che poi alcune volte non avevano trovato riscontro nella realtà.

E’ vero quanto hanno detto?

Non è facile rispondere a questa domanda, ma possiamo però fare una considerazione generale. I mistici e quindi anche Padre Pio, non sono illuminati dallo Spirito Santo a bacchetta. L’ispirazione santa, l’intuizione celeste può essere più intensa e meno sviluppata a seconda dei giorni, delle circostanze e della stanchezza del candidato alla santità investito da questi carismi. Sono pertanto possibili in molti casi degli errori, in quanto il mistico, essendo un uomo comune con tutte le fragilità della carne, può contribuire anche con la sua libera volontà e metterci del suo umanamente, qualcosa della sua esperienza, del suo carattere, del suo modo di vedere le cose.

Più spesso può accadere che qualche predizione non si avveri perchè una causa ne ha mutato il corso naturale o il progetto di Dio. E’ molto esplicativo l’episodio citato nelle Sacre Scritture di Ninive, che fu salvata per la preghiera del popolo.

In ultima analisi, e forse questo è il caso più frequente, la predizione non si avvera perchè non è stata compresa come l’ha interpretata e detta l’uditore. Nel caso di Padre Pio qualche volta succedeva e spesso lo si accusava di non aver preconizzato in modo esatto o di aver detto cose che non hanno avuto riscontro. La risposta è semplice: egli non le aveva dette, o perlomeno non le aveva dette così.

Ecco cosa dice in merito lo scrittore Renzo Allegri:

"Io ho a disposizione anche molto materiale sui colloqui di Padre Pio con Cleonice Morcaldi, una delle figlie spirituali più devote al frate. Ricordo una delle domande più curiose che gli fece negli anni ‘40 e a quei tempi parlare di extraterrestri e di vita in altri mondi era impossibile. Pensare, allora, che potessero esserci intelligenze diverse dall’uomo era straordinario. La Morcaldi fece in quell’occasione questa specifica domanda a Padre Pio: "Lei ritiene che ci siano altre vite negli spazi immensi del cosmo?". Lui rispose: "Ma certo, è impossibile pensare che l’universo sia popolato solo dagli uomini, chissà quante altre forme di vita e di intelligenza che lodano il Signore ci sono in giro per l’universo".

Secondo me - continua Allegri - Padre Pio poteva dare delle risposte anche umane, ma non dimentichiamo che erano pur sempre risposte di un uomo immerso nella vera meditazione. La preghiera e la meditazione di Padre Pio era molto diversa da quella degli uomini comuni, in quanto la sua era sempre arricchita dalle esperienze mistiche che faceva. La sua mente, la sua capacità di ragionamento, di intuizione, di immaginazione, restava arricchita da quell’esperienza, per cui aveva un orizzonte molto più vasto rispetto a chi non aveva fatto questa esperienza. La risposta data a Cleonice Morcaldi potrebbe essere una risposta di raziocinio, ma data al suo livello. Tante volte Padre Pio sbagliava e lui stesso diceva: "Eh...ho sbagliato...non è vero che io so tutto". Queste intuizioni profetiche non sono sempre presenti, ci sono dei momenti in cui si hanno in maniera chiara, ed altri in cui si crede di averle e non ci sono e momenti in cui si sbaglia clamorosamente. Ci sono molti episodi di sbagli e sono anche documentati. E’ un argomento che non ho ancora trattato, ma possiedo molto materiale. C’è un suo confratello che ha preso nota di alcune previsioni di Padre Pio che sono risultate sbagliate. Questo confratello poi, quando chiedeva il motivo, il frate stigmatizzato ammetteva senza problemi che era possibile sbagliare. Io ho un libretto in disparte che devo ancora studiare. Ho parecchio materiale a questo proposito e un giorno o l’altro dovrei anche mettermi a riordinarlo. Forse ci farò anche un libro.

Durante la guerra Padre Pio fece delle previsioni, notate da questo confratello, che poi si sono rivelate sbagliate. E questo dimostra che Padre Pio era una persona normale, come lo siamo tutti, che solo in alcuni momenti aveva delle ispirazioni divine".

Introspezione dei cuori, preveggenza

Il dono mistico della preveggenza o introspezione dei cuori, si manifestava in Padre Pio, soprattutto nel momento del sacramento della riconciliazione. Sappiamo quante ore, il frate rimanesse in confessionale con i penitenti, alle volte anche fino a 12 ore in un giorno. Egli ricondusse a Dio molte anime peccatrici, le riconciliò al Signore con la confessione.

Il fatto che il carisma dell’introspezione si manifestasse più marcatamente in quei momenti, rientra in un sapiente progetto divino. Molte volte i penitenti erano scettici, dimostravano una scarsa volontà di proponimento per il futuro, non avevano la contrizione necessaria per poter essere riconciliati con Dio. Padre Pio lo sapeva, leggeva nei cuori, conosceva ogni moto dell’anima, il Signore svelava al frate quei misteri insondabili dello spirito che possono essere conosciuti solo per volere di Dio.

Ad un prete che si era andato a confessare da lui e che non aveva detto tutti i suoi peccati, rimproverò di essere stato negligente nella missione affidatagli dal Signore. Il sacerdote era "colpevole" di non aver celebrato la messa domenicale, perchè aveva preferito riposarsi dopo un lungo viaggio. Egli si era addormentato e risvegliato solo nel tardo pomeriggio quando le chiese ormai erano già chiuse. "Non fu un peccato fatto con malizia - disse Padre Pio al sacerdote - ma una negligenza che ferì Nostro Signore".

Alla signora Mariarosa Frumento, moglie del notaio Gianni di San Giovanni Rotondo, Padre Pio ebbe molte volte l’occasione di leggere nel suo cuore. Durante una confessione la signora Mariarosa non aveva il coraggio di dire alcuni peccati, qualche volta li mimetizzava per farli sembrare meno gravi. Padre Pio in molte occasioni glieli disse prima che potesse proferir parola. Una volta il frate gli chiese se le capitava di dire delle bugie. Lei rispose che alle volte le capitava di dire delle bugie, ma solo di piccola entità. Padre Pio, la guardò severamente rimproverandole che era un’abitudine che doveva togliersi in fretta se non voleva bruciare nelle fiamme del Purgatorio.

Don Amorth dice di non aver avuto mai nessuna precognizione da Padre Padre Pio. "Lui era contento che fossi entrato nella Pia Società San Paolo e che fossi giunto al sacerdozio. Mi ha solo detto che avrei avuto sempre lotte spirituali dentro di me; ma è una condizione di tutti, in questo tempo di prova, qual’è la vita terrena".

Casi di introspezione nella vita di Padre Pio se ne registrano a migliaia, quasi tutti nel momento della confessione, ma qualche volta anche in altre circostanze. Mentre passava tra la gente, la sera, prima di ritornare in cella, il frate incontrava moltissime persone. A tutti dava una parola di conforto e di sollievo nelle tribolazioni, consigliava loro il modo più conveniente per uscire da qualche problema, più spesso il Signore gli rivelava la necessità di intervenire per convertire un peccatore.

A Cesare Festa, fratello del dottor Giorgio, il medico che studiò le stimmate di Padre Pio, proprio un’introspezione della coscienza contribuì alla sua conversione. Il frate si trovava tra la folla ad impartire la benedizione ai fedeli e ai figli spirituali. In mezzo a loro c’era anche il Festa. Aveva accompagnato la moglie da Padre Pio, del quale era grande devota. Come il monaco si trovò al suo cospetto disse: "...Ma lei non è un massone ?". "Si...- rispose tremante e sbigottito il Festa. Padre Pio incalzò: "E mi spieghi...qual’è il compito della massoneria?". "Combattere la Chiesa" - rispose l’uomo ancora più attonito. Lo stigmatizzato non disse nulla, lo prese per un braccio e lo invitò a seguirlo. Dopo circa mezz’ora Cesare Festa ritornò completamente cambiato; piangeva come un bambino, il Signore aveva riconquistato a se un’altra anima. Padre Pio aveva fatto da intercessore in questa grande grazia. Come? Non aveva fatto altro che raccontargli la parabola del figliol prodigo. E chissà come gliela aveva raccontata per avere un effetto così dirompente su quell’anima?

"Vedeva di noi - spiega don Pierino Galeone di Taranto - più lo spirito che il corpo. E di ognuno, solitamente, conosceva le opere passate e presenti e, non di rado, anche quelle future.

Un giorno pregavo con Lui in coro. Era circa mezzogiorno. Ad un tratto, si alzò in piedi, mi chiamò e con cipiglio mi disse: "Vedi là, quella donna, a fianco all’altare?". "Sì, Padre!", risposi. "Và e cacciala subito! E’ una sciagurata!".

Un altro giorno, una giovane suora si faceva spazio a gomitate tra la folla per raggiungere il Padre. Appena giunta vicino, gli cominciò a parlare.

Il Padre di botto gridò: "La smetti o no di fare in chiesa la ballerina? Non hai nessun pudore" Ricordati di trovarti in chiesa!".

Quella suorina ghiacciò e, con lei, anche noi, per il terrore della sgridata...

Un pomeriggio eravamo in veranda. Un uomo si accostò all’orecchio del Padre a bisbigliare qualcosa. Padre Pio con durezza lo sgridò: "Giovanotto, non ti vergogni di gettarti addosso così?".

Noi pensavamo che il Padre riprovasse il suo gesto presente, mentre venimmo a sapere che riprovava la vita passata di quell’uomo".

Chi possiede il carisma dell’introspezione delle coscienze è un tramite, uno strumento nelle mani di Dio per compiere il bene. Nel caso di Padre Pio, egli se ne serviva per riconciliare l’umanità peccatrice. Tante furono le conversioni operate in questo modo o in altre circostanze non meno curiose e inusuali. Tra i convertiti più famosi ricordiamo: Emanuele Brunatto, l’uomo che appoggiò Padre Pio durante tutta la prima persecuzione ed anche in parte della seconda, Francesco Messina, scultore ed artista di chiara fama, autore della meravigliosa "Via crucis" adiacente al santuario Santa Maria delle Grazie, Carlo Campanini, attore teatrale e cinematografico, che dopo una vita di peccato ritornò a Dio e portò la sua testimonianza di conversione anche nell’ambiente dello spettacolo, contribuendo a riavvicinare a Dio molti suoi colleghi di lavoro.

Sono innumerevoli i personaggi del mondo del cinema e della televisione che andarono da Padre Pio, numerosi anche quelli dello sport, della politica, della cultura italiana. Tutti ne trovarono grande beneficio spirituale.

Miracoli

I miracoli nella vita di Padre Pio furono numerosissimi. Egli viveva di miracoli, tanto da essere soprannominato bonariamente, il frate dei miracoli. I prodigi, quelli veri, per Padre Pio erano all’ordine del giorno. Ma l’avvocato Antonio Pandiscia dice che al di la di tutti i prodigi operati da Padre Pio, quello più grande, il vero miracolo è senz’altro la Casa Sollievo della Sofferenza, l’Ospedale degli ammalati poveri.

Quando Padre Pio interveniva per chiedere le grazie al Signore, sapeva che questa richiesta gli sarebbe costata sangue e sacrificio, preghiera e mortificazione, ma egli abbracciava ugualmente con coraggio tutte le rinunce del mondo e ogni genere di privazione e umiliazione pur di soccorrere nei bisogni i suoi "fratelli d’esilio" come li chiamava lui.

Quando il fatto prodigioso si manifestava, era sempre Dio ad intervenire, ma per mezzo dell’umile frate di Pietrelcina, che costituiva un sacrificio gradito al Signore. La sua preghiera, la sua intercessione aveva una forza prorompente presso il Trono celeste; merito della sua fede incrollabile, della sua tenacia a combattere il male in ogni sua forma, della sua determinazione a seguire in spirito di povertà ed umiltà la volontà del Padre dei cieli.

Don Amorth spiega bene in un suo intervento a Radio Luna di Trento la dinamica dell’intercessione e fa comprendere benissimo che questa non è appannaggio dei soli carismatici, ma di tutti. Ciò che conta è la fede. Ecco cosa dice a proposito del sacrificio dei pastorelli di Fatima e di come si può inquadrare da un punto di vista cristiano questa offerta spontanea di sofferenza chiesta dalla Vergine ai tre fanciulli:

"Se vogliamo dare un’inquadratura teologica - risponde Don Amorth - ricorrerei al concetto della "sostituzione vicaria", ossia come il Signore accetta che qualcuno volontariamente si sobbarchi dei sacrifici per la salvezza di un altro. Parlo del dono che abbiamo potuto riscontrare soprattutto in Gesù Cristo. Quando mi sento dire: il Signore Iddio è stato ingiusto perchè ha fatto pagare a Lui i debiti dell’umanità, io rispondo che non è così. Dio non è stato ingiusto, anzi è stato misericordioso con noi e ha accettato il volontario sacrificio di Suo Figlio.

La Madonna a Fatima aveva detto ai tre pastorelli che "tante anime vanno all’inferno perchè non c’è nessuno che si sacrifichi e preghi per loro". Ebbene la Vergine Santissima ha spinto al sacrificio volontario, affinchè per mezzo della sofferenza e della preghiera di uomini volenterosi, fatta secondo queste intenzioni, molte anime potessero salvarsi.

Vorrei dire che questo è un concetto, il senso della riparazione per gli altri, che la Chiesa ha sempre sottoscritto pienamente. Addirittura quella famosa enciclica "Mistici corporis", ha un passaggio bellissimo quando dice: "Misterioso, tremendo e mai sufficientemente meditato". Come è possibile che noi offrendo sacrifici otteniamo la salvezza di persone che diversamente non si salverebbero? E la spiegazione è questa: Dio dà a tutti le grazie necessarie per salvarsi perchè vuole la salvezza di tutti. Dio vuole che tutti si salvino e nessuno perisca, però uno che per cattiva sua volontà, disprezza queste grazie sufficienti e necessarie per salvarsi, può ottenere (usando un linguaggio molto umano) attraverso le preghiere e i sacrifici degli altri un supplemento di grazie da parte di Dio, in maniera tale che con le grazie comuni, necessarie che Dio gli da, non si salverebbe, con questo supplemento...se lui le accetta, e Dio rispetta sempre il libero arbitrio, ecco che questo si salva. Mi viene in mente ad esempio la figura di Giuda Iscariota...chissà quanti tentativi ha fatto Gesù per convertirlo dal suo vizio di essere ladro e chissà quante preghiere avranno fatto gli apostoli per intercedere in suo favore, ma Giuda ha rifiutato e non ha quindi potuto beneficiare di quelle grazie supplementari di cui abbiamo parlato".(Ipotesi su Fatima, Beppe Amico, pag.235 Reverdito Edizioni 1997).

Padre Pio quindi pregava per chiedere un supplemento di grazie al Signore e attraverso la sua sofferenza, il dolore delle stimmate, quello spirituale e fisico, pagava i miracoli che Dio gli concedeva. La giustizia di Dio impone che se colui al quale è destinata la grazia, non è in grado di procurarsela da solo, per incapacità o indegnità, questa stessa grazia può essere richiesta da un altro, a patto che questi offra un sacrificio gradito a Dio. Padre Pio, di sacrifici, ne offriva tanti, la sua vita fu un olocausto d’amore, egli era la vittima per i peccati del mondo. Oserei dire un altro Cristo, un nuovo Messia vissuto in terra per completare ciò che manca alla passione di Gesù.

Noi tutti in verità siamo chiamati a questo grande compito, a partecipare alla corredenzione completando con il sacrificio, la penitenza, la preghiera ciò che manca alla passione di Cristo e l’apostolo Paolo e molto illuminante a riguardo nelle sue lettere.

Ecco ora una testimonianza di guarigione miracolosa tratte dal libro "Per la storia" di Alberto Del Fante: "Il fatto che riporto - scrive l’autore - non ha nulla di straordinario, avendone riportati molti altri...La signora Gina Angelini di Trento in data 14 dicembre 1948 così mi scriveva: " ...Di un’altra grazia sono debitrice al rev.mo Padre Pio, grazia che io non avevo nemmeno chiesta. Lo scorso agosto fui a San Giovanni Rotondo dal Padre, ma non ebbi la fortuna di potergli parlare a viva voce. Potei però assistere alla sua santa messa che è un vero godimento spirituale e potei ricevere da lui la santa comunione. Deve sapere che fino a quel giorno io ricevevo la santa comunione sempre in piedi, perchè in seguito ad una operazione subita nel 1944 per la frattura del ginocchio destro e per la mia negligenza nell’esercizio della ginnastica medica, il ginocchio era rimasto semi-anchilosato, in un modo che io lo potevo articolare solo quel tanto che era necessario per camminare.

Ebbene a San Giovanni Rotondo io sentii un lieve insolito dolore al ginocchio e m’accorsi che il ginocchio aveva riacquistato la flessibilità, sicchè ora posso inginocchiarmi".(Op.cit. Editrice libreria Santa Maria delle Grazie, pagg.372,373, Nona edizione).

Un miracolo...tre grazie

La signora Maria Rosa Frumento mi racconta, visibilmente commossa ed emozionata un episodio recente, un vero prodigio. Sentiamo:

Il 7 agosto del ‘97 ero andata alla casa del bosco per sbrigare delle faccende. Avevo con me la mamma e guidavo la macchina più grande. Appena arrivai parcheggiai l’auto su un piazzalino adiacente alla mia abitazione, nella proprietà dei miei vicini di casa, anche nostri amici, che dovevo vedere per dei lavori. Mi ricordai anche di inserire il freno a mano e poi scesi per andare a parlare con i vicini. Ad un certo momento sentii la mamma gridare spaventata: "Mariarosa, Mariarosa, la macchina sta andando avanti". Mi misi a correre per andare a fermare l’auto, e nella fretta caddi a terra. Sapevo che poco distante c’era una scarpata di 5 o 6 metri, un’altra poco lontano e poi la strada, fu per questo che mi affrettai per cercare di fermare la macchina, tanto che mi trovai con tutte e due le gambe proprio sotto l’auto e l’automobile mi passò sopra le gambe...(lo dice quasi estasiata, ancora visibilmente emozionata)...e le ruote mi sembravano cuscinetti di gommapiuma. Io ho sentito sulle gambe una morbidezza straordinaria.

Bisogna considerare che la mia macchina sarà certamente 10, 12 quintali di peso; capirete perciò che le ruote avrebbero dovuto ridurre le mie gambe in poltiglia. Una mia amica che aveva visto tutta la scena si mise a gridare: "Dio mio, le gambe di Mariarosa!!!". Credeva che me le fossi stritolate sotto le ruote. Nel frattempo la macchina andò avanti, proseguì nella sua folle corsa. In quel momento non pensai a nulla, nemmeno che la macchina mi era passata sulle gambe, pensai solo a mia suocera che stava per cadere nella scarpata con tutta l’automobile. Quando vidi che stava accadendo l’irrimediabile non ebbi la forza di fare nulla, solo di invocare con tutto il fiato che avevo il nostro caro Padre. E così gridai a tutta voce: "Padre Pio....!!!!". La mamma, dopo l’episodio, quando ci raccontavamo che cosa era accaduto, disse che come io avevo invocato l’aiuto di Padre Pio, la macchina si era girata leggermente sulla destra dove c’era un arbusto, una pianticella e lì si era fermata.

Io ero molto preoccupata perchè la mamma è malata di cuore e con un colpo simile poteva anche morire, per di più è avanzata in età, ha 90 anni. Ed invece nulla, era tranquillissima; io, a quest’ora, potevo avere le gambe triturate ed essere ridotta su una sedia a rotelle, la macchina poteva distruggersi ed invece non ha avuto alcun danno. Tre grazie in una volta sola".

§§§

"Ho ottenuto molte grazie per intercessione di Padre Pio - dice visibilmente commosso Agide Finardi di Bolzano suo figlio spirituale – un racconto che riguarda la mia salute. Fui ricoverato nel reparto di medicina per un tremendo mal di pancia. Il professor Casadei mi fece fare tutte le analisi e poi anche la colonscopia. In quell’occasione mi tolsero cinque linfonodi dal colon e il medico mi disse che avrebbe dovuto mandarmi in chirurgia perchè c’erano degli altri linfonodi che non si potevano togliere e che poi c’era qualcosa d’altro che si doveva controllare. Andai nel reparto chirurgia e cominciai tutto daccapo. Altre analisi, altri controlli, finchè un bel giorno mi dissero che era necessaria un’altra operazione. Pregavo Padre Pio in quei momenti e avevo con me un crocifisso che mi aveva regalato proprio lui e che tenevo sotto il cuscino. La mattina mi chiamò l’infermiera e mi invitò a seguirla per prepararmi all’operazione. Mi portarono in precamera operatoria e un medico mi disse che era necessario praticare un taglio sulla pelle per infilarmi un tubetto. Prima di entrare in sala operatoria, sentii distintamente una voce che mi diceva: "Non aver paura, tutto andrà bene, tutto passerà". Era la voce di Padre Pio. Il dottor Fabbro poi, pochi secondi prima di cominciare l’operazione, mi disse quella stessa frase che di solito mi ripeteva sempre Padre Pio: "Agide non ti agitare, conta fino a tre". Io contai fino a due e poi mi addormentai. La sera il dottore venne da me, mi schiaffeggiò un po’ per farmi svegliare. Destatomi da quella specie di sonno del dopo operazione, mi accorsi di avere due ferri ai fianchi con due borsette e un grande piastrone sul petto. Mi impressionai, ma non avvertii nessun dolore. Mi curarono bene, mi seguirono, vennero a trovarmi parecchie persone. Passai i miei giorni in ospedale senza sentire alcun male. Era un brutto male, un carcinoma che non dava molte speranze.

Dopo che uscii dall’ospedale, quando andai a levarmi i punti, l’infermiera che mi aveva assistito mi disse che aveva avvertito un profumo intenso nella mia stanza e che gli era sembrato strano perchè oltre al profumo avvertiva anche un calore inusuale. Mi chiese spiegazioni e io risposi che non sapevo dargliele, ma che avevo con me un crocifisso che mi aveva regalato Padre Pio. E lei aggiunse: "Ecco ora mi spiego...è per questo che ho portato altri due ammalati nella sua camera, perchè mi ero accorta che qui c’era qualcosa di buono". L’infermiera mi chiese di raccontarle di Padre Pio e la prima volta che andai a San Giovanni Rotondo la portai con me per farle conoscere il Padre".

Bilocazione e rapimento mistico

La bilocazione si può raggruppare in quella fenomenologia che da luogo ai cosiddetti fenomeni fisici del misticismo; è una manifestazione la cui dinamica sfugge alle leggi fisiche ed è tuttora inspiegabile sia dalla scienza che dalla Chiesa.

Naturalmente considereremo soltanto quella in ambito cattolico, escludendo i fenomeni di dubbia origine e quelli riscontrabili in sedi profane. La manifestazione bilocativa in Padre Pio avviene in un contesto marcatamente religioso, è frutto di un approfondito contatto con le cose celesti, si manifesta in coloro che hanno scoperto l’essenza della divinità, per quanto in modo imperfetto data la loro natura mortale. Tuttavia, nel caso di Padre Pio, si tratta di una conoscenza superiore, concessa al frate in grazia di una ricerca intensa, di un anelito profondo e sentito verso Dio, sotto la forza dello Spirito che guida la sua anima dalle tenebre alla luce.

Il monaco stigmatizzato è il personaggio mistico forse più conosciuto nel mondo per le sue bilocazioni. Nella sua vita si contano centinaia di casi bilocativi. I testimoni sono numerosi, le biografie del frate citano innumerevoli episodi di questo tipo. Noi ne racconteremo uno insolito, ma non privo di elementi che lo caratterizzano, includendolo in un ambito indubbiamente soprannaturale.

La signora Mariarosa Frumento, conosciuta nell’aprile del ‘94 a San Giovanni Rotondo durante il mio primo viaggio nelle località in cui visse Padre Pio, mi raccontò molti episodi di bilocazione, più o meno tutti conosciuti e già scritti nelle biografie ufficiali. Alcuni li ho citati nel mio primo volume "Padre Pio il frate dei miracoli", pubblicato nel ‘95 dalla Reverdito Edizioni. Desidero ora riportarne uno inedito:

"Padre Pio - dice la signora Frumento - mi appare spesso in sogno. Certamente non a comando, io non posso controllare questo fenomeno. Esso avviene spontaneamente e mi da molto conforto spirituale. Egli mi appare mentre dormo. E’ vestito da sacerdote, con i paramenti sacri come quando in vita stava in confessionale e mi confessavo da lui. Padre Pio, durante il sogno, mi chiede se desidero confessarmi. Io rispondo che mi fa piacere. Comincio a dire i miei peccati. Egli mi sorride in modo paterno e mi da delle indicazioni di tipo spirituale. La decisione di venire quì a San Giovanni Rotondo e di rimanerci stabilmente, l’ho presa, insieme a mio marito, dopo un sogno in cui il Padre mi diceva che desiderava che io mi trasferissi quì definitivamente. Per l’occasione, ricordo che pregai molto per capire se era la giusta decisione, e domandai consiglio anche a Suor Pura Pagani, sua figlia spirituale, molto illuminata in argomenti come questo. Anche lei ci consigliò di seguire ciò che Padre Pio aveva detto nel sogno e facemmo quindi senza esitazioni il passo, anche se in un primo momento poteva sembrare difficile, visto che sia io che mio marito non eravamo abituati a vivere nel sud. Siamo molto contenti di questa decisione. Quì ci troviamo bene e abbiamo trovato molta comprensione, abbiamo ottimi rapporti con tutti i nostri concittadini".

Padre Pio quindi si manifesta in bilocazione anche durante il sonno. Ritengo che in sogni, cosiddetti mistici, egli compia delle vere e proprie bilocazioni dallo stato spirituale in cui ora si trova, fin dentro la nostra coscienza.

Certamente le bilocazioni in cui si sono riscontrati effetti particolari, ad esempio di tipo fisico, quando lui era in vita, hanno caratteristiche assai più eclatanti, perchè riguardano una persona (Padre Pio, appunto) di cui abbiamo una certezza fisica specifica e sappiamo senza ombra di dubbio che dimorava a centinaia, se non a migliaia di chilometri di distanza dal posto in cui si manifestava in bilocazione. Nella bilocazione onirica non si può parlare di viaggio del corpo fisico, perchè questo non esiste nel mondo spirituale; quest’ultimo tuttavia, in ogni manifestazione bilocativa, si manifesta chiaro nelle sue fattezze, nei lineamenti, nelle caratteristiche che lo hanno contraddistinto nel mondo.

Vi siete mai chiesti perchè noi abbiamo sempre e solo sognato anime che dimorano nelle beatitudini celesti o negli stati purgativi e mai abbiamo sperimentato, per lo meno con queste caratteristiche, sogni di anime di cui possiamo avere la certezza che siano dannate? Perchè a queste non è permesso manifestarsi dalla volontà di Dio, mentre alle anime che sono state riconfermate in grazia è possibile, secondo quelli che sono i disegni celesti, palesarsi ai viventi, per chiedere preghiere di suffragio, per confortare gli animi turbati, per un’inesplicabile e misterioso progetto divino.

Può accadere invece che il demonio si manifesti in sogno, o si camuffi sotto le fattezze di un essere angelico o beato; ed in questo caso è opportuno mettere in atto tutte le nostre facoltà di discernimento e chiedere consiglio ad un sacerdote che sappia indirizzarci bene.

Personalmente ho visto molte volte Padre Pio in sogno, spesso quando ne avevo bisogno per il mio cammino spirituale, qualche volta per altre ragioni.

La bilocazione in Padre Pio aveva risultati straordinari, frequentemente di tipo spirituale, ma qualche volta sortiva effetti positivi anche su malattie e disturbi fisici. Egli, senza alcuna difficoltà, si trasferiva al capezzale di un ammalato per assisterlo, confortarlo, spesso anche per condurlo da questa all’altra vita con tutte le assistenze necessarie per poter morire nella pace di Dio. La bilocazione non avveniva per cose futili o motivi di ordine personale, nemmeno per soddisfare la curiosità umana, salvo nei casi in cui il Signore lo ritenesse utile per il bene spirituale dell’anima, come nel caso di quell’uomo che vide Padre Pio entrare nella sua camera minaccioso e si sentì dire: "Ladro, sei un ladro, l’hai pagato cinque e lo vuoi rivendere a venti". E’ un altro episodio citato nel mio volume del ’95, in cui Padre Pio interviene per convertire l’anima di un materialista peccatore.

"Un mio carissimo amico - racconta don Gabriele Amorth - D. Francesco Testi, già assiduo frequentatore di Padre Pio, quando fu ordinato sacerdote, andò a celebrare una prima messa a Motta Secchia (Modena), in una delle case fondate da sua madre, la Serva di Dio Mamma Nina. Là c’era una vecchia suora, Sr. Erminia, molto buona. A un certo punto della Messa, Sr. Erminia si mise a battere le mani, piena di gioia. Quando alla fine fu interrogata del perchè avesse applaudito, rispose con naturalezza: "Perchè c’era Padre Pio, non lo avete visto?". Era presente anche l’Ing. Cremonini, uno dei fedelissimi di Padre Pio. Alla sera partì per San Giovanni Rotondo e il mattino seguente avvicinò Padre Pio: "Padre, ieri don Francesco ha celebrato la prima Messa a Motta". E Padre Pio: "Lo so bene; c’ero anch’io!". La bilocazione - continua ancora don Amorth - non ha una spiegazione naturale. Qualche fatto assomigliante, studiato dai parapsicologi, ha caratteristiche del tutto differenti".

La signora Serra dice di non aver mai assistito a fenomeni di bilocazione però afferma che "il Padre andava a Loreto da Madre Speranza e i suoi viaggi erano tutti nel mondo dello spirito naturalmente. Anche Madre Speranza "viaggiava" molto e ricordo che pensavamo fra di noi in maniera molto bonaria, che si facevano concorrenza tra di loro. Madre Speranza andò una volta con un gruppo di suore e il suo confessore e padre spirituale, in pellegrinaggio a Loreto ed io ebbi la testimonianza di un fenomeno fisico del misticismo di Madre Speranza, da un giovane sacerdote di Loreto che era preposto all’apertura e la chiusura della piccola chiesina. Una mattina andando ad aprire la chiesetta, la casetta santa, vide Madre Speranza attaccata sul soffitto che pregava. Era in levitazione. Vicino alla chiesa c’era un alberghetto e questo giovane sacerdote tutto spaventato andò a chiamare il suo direttore spirituale e disse: "Ma quella suora è dei vostri? Che cosa dobbiamo fare?" e gli raccontò che cosa aveva visto. Il padre spirituale di Madre Speranza sorrise divertito e disse: "Lasciate perdere, verrà giù da sola".

Sò che Padre Pio veniva in bilocazione a Loreto perchè amava molto questo posto. Egli andava spesso in preghiera a Loreto e qualcuno forse lo vedeva".

Ecco ora un episodio di bilocazione di Padre Pio vissuto da un monsignore fiorentino nel 1921: "Questa guarigione è stata raccontata da un monsignore fiorentino. L’ammalata era sua sorella, curata dai migliori specialisti e ridotta in fin di vita da tifo specifico, paratifo A, paratifo B.

I parenti avevano scritto a Padre Pio invocando preghiere ed un ricordo per l’ammalata.

Il 20 luglio 1921, alle quattordici e trenta, monsignore trovandosi solo nel suo studio ha la sensazione di avere una persona alle sue spalle. Si volta e vede un frate che scompare. Spaventato, rabbrividendo pensa di trovarsi alla presenza di Padre Pio.

Si allontana dalla stanza sconvolto e s’incontra con un suo cappellano al quale racconta ciò che gli è accaduto. Il cappellano pensa trattarsi di allucinazione dovuta al suo attuale stato di angustia per le gravissime condizioni di sua sorella e per distrarlo lo invita ad uscire di casa.

Appena vi ritornano, sono chiamati nella stanza dall’ammalata. Costei, che poco prima si trovava in istato comatoso, all’ora stessa che il fratello provava la sensazione di trovarsi alla presenza di padre Pio, racconta di aver visto entrare nella sua camera un frate che avvicinandosi le aveva detto: "Non temere, domani scomparirà la febbre e fra qualche giorno sul tuo corpo non resterà traccia di male".

"Ma padre - ella aveva risposto - voi siete un santo?".

"No, sono una creatura di cui si serve il Signore per le sue misericordie".

"Datemi, o Padre, da baciare la veste".

"Bacia i segni della passione", e le mostrò le mani che ella vide benissimo trafitte e sanguinanti.

"Padre, vi raccomando mio marito e la mia bambina".

"Prega, prega tu che sei buona e stà sicura che la tua bambina è sotto la mia protezione". E benedicendola mentre si allontanava disse: "Ti lascio il ricordo della mia venuta 20 luglio 1921".

L’ammalata migliorò, subito dopo la febbre discese, il giorno appresso era già a 37,4 e otto giorni dopo era guarita".(Per la storia, Padre Pio, il primo sacerdote stigmatizzato, e fatti nuovi - pagg.420,421, Editrice Libreria S.Maria delle Grazie-Fg). Nel caso citato si manifesta anche un altro grande dono di Padre Pio, la profezia o preveggenza, cioè la conoscenza del futuro, nel momento in cui annuncia la guarigione della malata dicendo "non temere, domani scomparirà la febbre e fra qualche giorno sul tuo corpo non resterà traccia di male".

Un episodio di bilocazione tratto dal 2° memoriale della signora Mariarosa Frumento, raccontatomi il 25 aprile 1997:

"La nonna morì nel ‘48, Padre Pio lo conobbi nel ‘47. Tutti in casa eravamo devotissimi di questo grande sacerdote. Io sola lo conoscevo, ma anche i miei familiari erano molto coinvolti, perchè raccontavo loro tutto quello che riguardava il Padre. Ho lavorato veramente tanto per il Padre, nel mio paese, nella mia terra, l’ho portato proprio io.

Ebbene, la nonna aveva quasi novant’anni, era lucidissima, ma il fisico aveva ceduto e siccome era inverno, la mamma la teneva a letto per farla stare al caldo e perchè potesse riposarsi. Ricordo che la nonna diceva spesso al Signore questa preghiera: "Dio mio, permettimi di morire in una maniera rapida e di poter ricevere i sacramenti". La nonna andava sempre a messa, ma nell’ultimo periodo a causa del suo stato di salute non poteva uscire, sicchè il nostro Monsignore, il nostro parroco, mons.Marini, portando la comunione agli ammalati e agli anziani, passò anche da noi per permettere a mia nonna di comunicarsi con Gesù. Quella mattina, mentre la nonna stava a letto, mi chiamò dicendomi: "Mariarosa, vieni quà...senti. Questa mattina, verso le cinque, c’era quì Padre Pio che mi dava una benedizione. Mi guardava con l’occhio triste mentre mi benediva e aveva come paramenti il piviale". Io chiesi alla nonna se l’avesse forse sognato. Lei rispose decisa: "Neanche per sogno, ero sveglia come adesso". Rimasi un po’ confusa e mi interrogavo sul significato di quella bilocazione. Corsi subito dalla mamma e le raccontai tutto. Nel frattempo, dopo qualche ora, arrivò da noi il Monsignore per dare la comunione alla nonna. Arrivò l’ora del pranzo e uscito che fu il parroco, mia madre cominciò a preparare qualcosa da mangiare per l’anziana donna ammalata. Le stanze da letto erano al piano superiore e ricordo che mia madre mentre saliva la scala diceva ad alta voce: "Nonna le ho portato la minestrina che le piace, stò arrivando". Io ero in un’altra stanza e stavo scrivendo ad una amica di San Giovanni Rotondo, ma sentivo tutto quello che accadeva, finchè ad un tratto sentii un urlo. Mi spaventai, pensai subito che la mamma potesse essere caduta per le scale, ma quando mi avvicinai alla stanza, sentii che mia madre gridava: "La nonna è morta, la nonna è morta". Ero così sconvolta da non avere nemmeno il coraggio di entrare. La mamma scese le scale e andò a chiamare qualcuno in aiuto. Arrivarono dei ragazzi che lavoravano nella nostra fabbrichetta e constatarono il decesso dell’anziana donna. La nonna era quindi morta e Padre Pio, poco prima, era venuto a salutarla. Io, come dicevo stavo scrivendo alla mia amica Lina Fiorellini e alla fine della lettera aggiunsi anche quello che era accaduto poco prima e le comunicai che la nonna era morta e che eravamo tanto addolorati. Aggiunsi anche che desideravo una parola di conforto da parte del Padre. Lei che andava a confessarsi settimanalmente, chiese a Padre Pio una buona parola per noi. Il Padre le disse: "Comunica loro che se non è già in Paradiso, ci sarà molto presto. Così ho capito che la nonna si era salvata e fu una grande consolazione.

Invece per quello che riguarda la mia mamma, il Padre usò un’espressione bellissima. Quando la mia amica Lina andò a riferirgli che era morta e gli chiese qualche parola di conforto per me, Padre Pio disse queste parole: "Preghi lei per noi poveri derelitti quell’anima benedetta. E noi pregheremo perchè raggiunga presto la gloria del Cielo e che la figlia sia sempre degna di tal madre". Ricordo, dopo che la mia mamma era morta, che Padre Pio mi riprendeva spesso su cose che non piacevano a mia madre. Mi domandava: "perchè hai fatto questo? Lo sai che la tua mamma non approverebbe questo tuo comportamento?".

Agide Finardi di Bolzano racconta un fenomeno di bilocazione di Padre Pio:

"Tra il 1953 e il 1959, andavo a messa tutte le mattine. Ricordo che una volta andai alla chiesa di Cristo Re a Bolzano, distante cinquecento metri da Via Druso dove abitavo allora. Appena entrato vidi sull’altare Padre Pio che celebrava la messa. Dissi: "Non è possibile che sia Padre Pio, lui non si muove mai dal convento, non sarebbe certo potuto venire a Bolzano". Mi avvicinai di più all’altare per constatare se era veramente il Padre. Era proprio lui. Corsi in sacrestia alla fine della messa per vedere se anche lì avrei trovato Padre Pio, ma invece mi accorsi che era un frate comune. Tornai a casa e dissi ad un mio operaio di portarmi fino alla stazione. Chiesi a mia moglie di prepararmi il bagaglio, ma lei voleva farmi desistere perchè in quei giorni avevamo molti impegni di lavoro da sbrigare. Partii, nonostante tutto per San Giovanni. Il giorno dopo incontrai Padre Pio in sacrestia, il quale mi disse: "Guagliò, ma che dovevo venirti a prendere fino a casa?". Rimasi allibito senza più sapere che cosa rispondere".

Per ciò che concerne il rapimento mistico, che è del tutto simile alla bilocazione, ma differisce in questo perchè riguarda un viaggio non nel mondo terreno, ma in quello spirituale, potremo dire che questo fenomeno si è riscontrato spesso nella vita dell’umile frate di Pietrelcina. Il rapimento a mio avviso più straordinario è quello vissuto a Venafro nel primo decennio del XX° secolo, quando rimase in estasi per alcuni giorni. Si dice che il Signore l’avesse rapito per fargli vedere ciò a cui sarebbe andato incontro negli anni futuri, tutte le insidie che avrebbe incontrato sul suo cammino, i figli spirituali che gli sarebbero stati affidati, anche dopo la sua morte e tante altre cose di ordine personale che il frate non ha mai rivelato a nessuno. La caratteristica del fenomeno è identica a quella vissuta anche da altri santi come ad esempio San Paolo, quando fu rapito fino al terzo Cielo. Padre Pio non sapeva, come l’apostolo, se il viaggio avvenisse in corpo o in spirito. Ma è parere comune che in questi casi il corpo rimanga fermo, mentre invece lo spirito viaggi in dimensioni a noi sconosciute. Il caso di Maria Domenica Lazzeri, la stigmatizzata di Capriana in Val di Fiemme (TN), di cui mi sono occupato per un certo periodo, è invece di tipo diverso. Ella viaggiava nel tempo e nello spazio, anche con il suo corpo. Dopo qualche giorno, ritornava nel suo letto senza che il fenomeno fosse venuto a conoscenza di nessuno.

Il caso da me citato nel volume "Padre Pio - il frate dei miracoli", riguardante don Cornelio Bertagnolli, ritengo debba intendersi invece come un episodio di visione bilocativa, in quanto il monaco di Pietrelcina non si trasferì in corpo e spirito a Bolzano, ma don Cornelio ebbe la possibilità di vederlo nella sacrestia di San Giovanni Rotondo. Nel suo racconto il sacerdote, racconta di "aver visto scomparire la parete che aveva di fronte e apparire una sacrestia" e che poi riconobbe essere quella la vecchia sacrestia della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Disse di aver visto il frate alzare l’indice della mano in tono autoritario ed imporgli di compiere un servizio. E’ ovvio che Padre Pio quindi si trovava a San Giovanni Rotondo e che solo per mezzo di una visione immaginativa don Cornelio aveva potuto vederlo. L’episodio è descritto con dovizia di particolari nel libro citato, rimando quindi il lettore a quell’opera per una lettura particolareggiata.

Alcune esperienze personali

Nell’estate del ‘96 avevo passato alcuni giorni con un amico a San Giovanni Rotondo. Eravamo ospiti dai coniugi Mariarosa e Gianni Frumento con i quali abbiamo instaurato una bellissima amicizia. Ricordo che era l’ultima notte che dormivamo a San Giovanni, l’indomani saremmo dovuti ripartire. Nei giorni antecedenti a quella notte avevo raccomandato a Mariarosa di prestarmi uno dei due mezzi guanti che Padre Pio portava quando era in vita per nascondere le stimmate. Lei li conserva come qualcosa di prezioso ed ha ragione. E’ una reliquia straordinaria e ricordo come era dispiaciuta quando una volta ne aveva perso uno durante un trasloco. Aveva chiesto la grazia a Padre Pio di ritrovarlo perchè era molto affezionata a quel ricordo. La grazia le fu concessa. Ritrovò il mezzo guanto nel giardino della casa del bosco.

Ebbene, io avevo chiesto a Mariarosa di indossare per un’intera notte quel guanto. Desideravo farlo per un motivo di devozione innanzitutto e credevo potesse essermi utile per guarire i quattro tendini flessori del braccio che si erano tagliati durante un incidente in casa, avvenuto proprio il giorno dell’anniversario della nascita di Padre Pio il 25 maggio 1996.

Arrivava la sera, il momento di andare a letto e puntualmente io dimenticavo di chiedere a Mariarosa il guanto, non ci pensavo più, mi sdraiavo sul letto e dormivo senza riflettere su questa particolarità. Fu per questo che l’ultimo giorno mi raccomandai al mio angelo custode, dicendogli di ricordarmelo la sera quando saremmo tornati a casa, altrimenti non avrei più avuto occasione di indossare quel mezzo guanto, per lo meno fino all’anno successivo. La cosa funzionò. Io, proprio pochi minuti prima di ritirarmi nella mia stanza mi ricordai di chiedere a Mariarosa il mezzo guanto. Andai nella mia camera, lo indossai, ringraziando il Signore di quella grazia, pregandolo di agire per mezzo di Padre Pio, affinchè potesse aiutarmi a far guarire la mano che era compromessa nei movimenti a causa di quell’incidente. Mi addormentai quasi subito.

Dormivo nella stessa stanza in cui due anni prima aveva soggiornato Suor Pura Pagani. La stanza era ammobiliata in stile antico e sulla parete c’era un dipinto che raffigurava la mano stigmatizzata di Padre Pio, sopra il disegno c’era un ascara autentica di sangue delle stimmate stesse del frate. Un vero e proprio pezzo storico, una reliquia in grande stile. La signora Mariarosa e successivamente anche Suor Pura, quando l’andai a trovare nel settembre ‘96, mi raccontò cosa era avvenuto in quella camera in una notte d’estate di due anni prima.

"Ero ancora sveglia - diceva Suor Pura - non riuscivo a dormire. Ero raccolta in preghiera, potevano essere le due di notte, quando sentii bussare alla porta della camera dove dormivo.

Pensavo fosse Mariarosa e risposi senza indugi di entrare, di non farsi riguardo. La porta si aprì lentamente, ma non vidi entrare nessuno. Mi spaventai, perchè non era la prima volta che il demonio mi disturbava in quel modo. Mi rivolsi al Signore, pregandolo di soccorrermi e chiesi a Padre Pio di intervenire. Pochi secondi dopo la porta sbattè violentemente e non si udì più alcun rumore. Sono convinta - dice ancora Suor Pura - che se non ci fosse stata la mano di Padre Pio (raffigurata in quel dipinto con l’ascara di sangue delle stimmate) quel brutto cosaccio sarebbe entrato fin dentro la stanza".

Quella notte, mentre indossavo il mezzo guanto di Padre Pio, provai la stessa esperienza. Ad un certo punto del mattino, molto presto, sentii battere alla porta. Ricordando ciò che era accaduto a Suor Pura, non pensai nemmeno di rispondere. Sapevo chi poteva essere e quindi mi rigirai come se nulla fosse successo. Verso le cinque del mattino sentii ancora battere, ma non all’uscio, bensì alla parete dove stava appoggiata la sponda del letto. Ignorai ancora, mi rigirai e continuai a dormire. Chiedevo aiuto a Padre Pio, lo imploravo mentalmente di venirmi in soccorso e non permettere nulla di male all’impuro apostata. Mi riaddormentai. Fui risvegliato qualche ora dopo, da un battere ritmico sulle serrande del balcone della stanza dove dormivo. Capii che il brutto cosaccio se ne stava andando, lo ignorai nuovamente. Il mattino dopo raccontai tutto all’amico che stava con me e alla signora Mariarosa. Nello stupore generale, l’amico disse di aver sentito ed avvertito durante la notte, le stesse cose che avevo vissuto io. Può essere solo un semplice caso?

Non lo so, ma posso dire che i tendini della mano non mi hanno più fatto così male come prima di andare a San Giovanni Rotondo e che ora la mano destra che uso molto per scrivere, ha riacquistato tutte le facoltà di movimento che aveva prima dell’incidente. Grazie a Padre Pio, non ho alcun dubbio.

Osmogenesia o profumo di santità

L’osmogenesia o profumo di santità costituisce uno degli elementi caratterizzanti della vita di Padre Pio. Il frate con le stimmate è noto per i suoi caratteristici profumi con i quali si è fatto e si fa riconoscere. La caratteristica e la dinamica del fenomeno che si deve ritenere di origine soprannaturale sfugge alla scienza e alla mistica, ma è ormai parere comune che sia una peculiarità di tipo carismatico. Moltissimi santi e mistici in odore di santità hanno manifestato questo fenomeno. Personaggi come Santa Teresa d’Avila, San Giuseppe da Coppertino, Caterina de Ricci e Veronica Giuliani e lo stesso Padre Pio.

"...A proposito del profumo soave che in certi casi si è sprigionato dal corpo del defunto dopo la morte, l’esempio basato sulle prove più convincenti e abbondanti è proprio quello di santa Teresa d’Avila, i cui resti mortali continuarono ad emanare un odore davvero gradevole per molti anni".(I fenomeni fisici del misticismo, Paolo A.Orlandi, pag.195, Gribaudi Edizioni, 1996). L’autore di questo splendido volume che si inoltra nello studio dei fenomeni della mistica soprannaturale in ambito cattolico, affronta con dovizia di particolari anche uno studio su Padre Pio. Ecco cosa scrive: "Anche in questo caso, sono le stigmate a emanare un gradevole odore, come scrive Giorgio Festa, un medico che ebbe occasione di visitare a più riprese l’illustre religioso: "Il sangue che a stille sgorga dalle ferite che Padre Pio presenta sulla sua persona, ha un profumo fine e delicato, che molti (...) hanno modo di avvertire distintamente...(op.cit. pag.201). Sebbene il dottor Festa facesse riferimento al profumo che Padre Pio emanava dalle sacre ferite, ci sono molti testimoni che garantiscono che questo soave odore, un misto di rose e viole, si avvertiva anche in altre occasioni. Più spesso quando il Padre era lontano e desiderava manifestare la sua presenza, oppure quando voleva essere ricordato, o desiderava avvertire, consolare, redarguire i suoi figli spirituali. Padre Antonio Gambale, parroco di Pietrelcina, la città natale di Padre Pio, ha avvertito questo delicatissimo profumo in più occasioni, quando ad esempio stava spostando un busto del frate da una stanza all’altra e l’odore persisteva nonostante egli si allontanasse anche parecchi metri dal punto dove avvertiva quest’essenza. Quando ebbe occasione di vedere Padre Pio, il giovane parroco, chiese ragguagli intorno a quelle manifestazioni. Padre Pio confermò sempre la sua presenza e chiese: "Hai dei dubbi? Mi chiedi se ero io?"...Poi si metteva a ridere come era solito fare lui, quando aveva l’impressione di impressionare un po’ l’interlocutore con i suoi carismi straordinari.

Spiegare razionalmente un simile fenomeno non è facile. Tuttavia tenteremo. L’unione filiale con Dio, nella preghiera, nella penitenza, nella mortificazione, provoca effetti straordinari sia di origine soprannaturale e puramente spirituale, sia di origine psichico-fisica. Non credo sia percorribile l’ipotesi della suggestione di gruppo e nemmeno quella personale, in quanto il fenomeno si verifica in circostanze che non possono avere questo presupposto. Il gradevole profumo di essenze delicate in questi contesti, è segno di una perfetta unione con le cose celesti che sono presagite da segni anche fisici. Il corpo di Cristo quando venne deposto dalla croce, fu avvolto in panni di lino bianco, nel sacro lenzuolo, ma prima si pensò di ungerlo con dell’unguento profumato. Il corpo del Messia pertanto, dopo la morte profumava soavemente l’ambiente in cui si trovava. Per la perfetta similitudine ed identificazione col Cristo, nello stesso modo i carismatici in concetto di santità possono emanare dal loro corpo, odori gradevoli, come segno della perfetta unione e somiglianza con il Figlio di Dio morto negli spasimi della croce. Tuttavia questo segno non costituisce indizio sufficiente per designare la santità del personaggio che manifesta tale fenomeno. La Chiesa cattolica studia la vita e le virtù del candidato alla santità e lo eleva agli onori degli altari solo se tutto il suo vissuto può considerarsi eroico.

Riguardo alla osmogenesia, il famoso profumo di santità, tanto noto ai devoti di Padre Pio, ancora qualche episodio, uno dei quali già citato nel mio primo volume sul frate, pubblicato da Reverdito nel ‘95:

"Stavamo sistemando un busto di Padre Pio quando..."

"Padre Antonio Gambale parla dei profumi di Padre Pio come una circostanza che non ha nulla di desueto. Egli dice: "Ho avvertito i profumi del Padre quando era vivente e lui stesso me lo confermò. Stavo a Pietrelcina allora, era il 1965, e un nostro confratello mise un busto di Padre Pio nella sala del terzo ordine. Dopo aver pranzato tutti noi andammo a vederlo e all'improvviso mentre lo osservavamo sentii un profumo incredibile, credo un misto di rose e viole, ma non potei capire esattamente quale fosse l'essenza che avvertivo. I capelli mi si rizzarono letteralmente, ero ansioso e felice allo stesso momento, cominciai a palpitare e dissi tra me e me: -Quì c'è Padre Pio. -. Provai ad allontanarmi da quel posto e non sentivo più niente, poi mi riavvicinai e mi accorsi di sentirlo ancora. Chiesi ai confratelli se sentivano qualcosa anche loro, ma mi risposero che non avvertivano quel profumo.

Trascorsero due o tre mesi e poi andai a San Giovanni Rotondo, rimanendo sempre nell'incertezza di chiedere o non chiedere a Padre Pio spiegazioni di quel giorno, ma finalmente mi risolsi di confidarglielo e presi coraggio dicendogli: - Quella volta che Padre Bennato mise un suo busto nella sala del terzo ordine ...- e qui mi interruppe dicendo con la classica parlata beneventana: - Non teneva altro da pensare?... -. E poi continuai spiegandogli che avevo avvertito proprio in quel momento il suo caratteristico profumo del quale tanto si parlava. Poi in dialetto dissi testualmente: - Vi foste fatto una camminatina a Pietrelcina in quell'occasione? - Egli rispose: - Si ero io...perchè vi dispiace?-

Non so dire che significato abbiano i profumi, ma è indubbio che indicano un richiamo, una sua presenza, un segno di benevolenza".(Padre Pio-il frate dei miracoli, op.cit. pag.103,104).

Ecco l’esperienza di don Gabriele Amorth:

"Andando da Padre Pio non ho mai cercato o desiderato di vedere qualcosa di straordinario; mi bastava la sua vita per toccare con mano la sua santità. Ma un anno, solo un anno su ventisei di mia frequenza a Padre Pio, sentii molte volte, a ondate successive e in diversi posti accanto al convento, un profumo così intenso e gradevolissimo di vari fiori, da rimanere sbalorditi. Il profumo di Padre Pio, anche oggi, è un segno della sua presenza, della sua assistenza".

"Sui profumi posso dirle un esperienza curiosa, ma interessante - dice la signora Serra - era settembre stavo assistendo alla Messa di Padre Pio...avvertivo un profumo di rose intensissimo e meraviglioso. La Messa si faceva all’aperto per ospitare più persone e ricordo che vicino a me c’era un letamaio dove noi ci sistemavamo quando lui a mezzogiorno dava la benedizione. C’era quindi questo grande campo ed io ero proprio in mezzo e sentivo profumo di rose. Naturalmente capii subito che si trattava dei profumi di Padre Pio".

"Sentendo il profumo di Padre Pio riuscii a prendere l’autobus..."

"Quel giorno desideravo mangiare un pasticcino - dice la signora Frumento - e così prima di andare all’Università, passai con una mia amica in una vicina pasticceria nei pressi dell’Ateneo. Consumammo in fretta la nostra colazione e poi ci recammo nelle rispettive classi. Durante la lezione cominciai ad accusare dei forti dolori alla pancia, così violenti da farmi piegare in due. L’insegnante se ne accorse e mi diede licenza di uscire. Mi incamminai verso la fermata dell’autobus, ma i dolori erano così forti da annebbiarmi la vista. Camminavo, ma non sapevo nemmeno dove andare perchè non potevo distinguere la strada. Improvvisamente cominciai ad avvertire il caratteristico profumo di Padre Pio e lo sentivo così forte e distinto che mi limitai a seguirlo senza badare a dove mettevo i piedi. Fu così che giunsi alla fermata dell’autobus che mi condusse fino a casa. Li trovai mia madre che mi soccorse e subito mi misi a letto. Le mie condizioni peggioravano di minuto in minuto, mi sentivo corta, corta. Sudavo copiosamente, mi contorcevo dai dolori, era salita anche la temperatura. La nostra fortuna fu trovare lì vicino un medico che stava facendo altre visite. Questi entrò e mi visitò e mi fece subito una puntura di chemiocitina credo. Poi disse che se non fosse stato pronto con quella medicina sarei certamente morta disidratata. Che cosa era successo? Nell’impasto del dolce che avevo mangiato e che era stato preparato in un tegame smaltato, erano finite delle sostanze che con il calore del forno si erano disciolte nella crema. Una reazione chimica velenosissima che poteva portarmi alla morte. Dopo qualche giorno seppi che cosa era accaduto alla mia amica che aveva condiviso con me quella colazione. Anche lei si sentì male, ma in modo meno intenso in quanto invece che due dolci come me, ne aveva mangiato solo uno.

Ebbi una vera e propria grazia dal Padre che mi dimostrò anche in quell’occasione di seguirmi con amore paterno".

Invisibilità e trasfigurazione

Anche questo fenomeno ha trovato riscontro spesso nella vita di Padre Pio, anche se meno frequentemente rispetto agli altri doni.

La trasfigurazione si è potuta riscontrare soprattutto durante la sua messa. Il viso di Padre Pio assumeva aspetti inconsueti di luce trascendente, davanti a migliaia di fedeli che ne furono testimoni. C’è chi dice di aver visto un altro volto sovrapposto a quello del frate, soprattutto nel momento solenne del "Consumatum est"; qualcuno ha potuto notare un viso insanguinato e coronato di spine, del tutto simile a quello del Gesù della Sacra Sindone.

Molti settimanali hanno persino pubblicato una foto in cui si poteva riscontrare una perfetta sovrapposizione del volto di Padre Pio, con quello del Cristo. Più spesso il viso del frate con le stimmate era trasfigurato in una luce celeste della quale non si sono potuti trovare riferimenti terreni; la signora Frumento di San Giovanni Rotondo dice di averlo visto mutare espressione più volte durante la celebrazione del sacrificio eucaristico. "Il volto di Padre Pio, mutava continuamente, a volte piangeva, poi rideva, spesso mostrava di essere sofferente, era anche rapito, in estasi, come se vedesse delle cose ineffabili e noi eravamo lì davanti a lui e potevamo notare tutti questi cambiamenti di espressione".

Don Pierino Galeone nel suo memoriale ricorda che "una mattina, nel far la S.Comunione, mi parve di vedere Padre Pio cambiare le sue sembianze: me lo vidi davanti sotto le sembianze di Gesù, in paramenti sacerdotali, mentre mi faceva la Santa Comunione".

"Fermati e guarda..."

"Un’altra mattina Padre Pio confessava nella sacrestia dell’antica Chiesetta - racconta ancora don Pierino - era seduto a destra di chi entra dalla porticina che dalla Chiesetta mena nella sacrestia.

L’angolo, dove il Padre confessava, era riservato da due tende. Dal centro, dove le tendine non combaciano perfettamente, riuscivo a vedere Padre Pio. Gli uomini, seguendo le prenotazioni, erano disposti da un lato tutti in fila indiana. Io, dal posto dove mi trovavo, recitavo il breviario e, a tratti, alzavo lo sguardo per vedere il Padre.

Sotto lo stipite della porticina, a destra della Chiesetta, sbucò un uomo robusto e bello, dagli occhi piccoli e neri, capelli brizzolati, dalla giacca scura e pantaloni rigati.

Volevo non distrarmi e continuare a recitare il Breviario. Ma una voce interiore mi ingiunse: "Fermati e guarda!".

Mi fermai ed osservai. Senza attendere il suo turno, dopo qualche passo avanti e indietro, quell’uomo si fermò proprio davanti alla congiuntura delle tendine e, mentre il penitente si alzava dall’inginocchiatoio per uscire dalle tende, si infilò subito fra di esse rimanendo dritto in piedi, davanti a Padre Pio, che, sul momento, non riuscii più a vedere.

Dopo alcuni minuti, vidi ancora quell’uomo scomparire a gambe divaricate, sotto il pavimento, mentre sulla sedia, dove era seduto il Padre, non vedevo più Padre Pio, ma Gesù, giovane, biondo e bello, tirato un tantino all’indietro sulla spalliera della sedia, intento a guardare fisso quell’uomo che sprofondava giù.

Vidi di nuovo il Padre che, venendo dall’alto, tornava a sedersi al suo posto, mentre le sue sembianze si fondevano insieme con quelle di Gesù.

Poi vidi solo il Padre, seduto. E subito, sentii il suo vocione: "Giovanotti, vi volete sbrigare?".

Il fatto passò inosservato agli uomini che attendevano, i quali ripresero subito il turno.

L’anno seguente eravamo sulla veranda in tanti. Si parlava col Padre se era vero, come affermava uno scrittore, che i demoni, dopo qualche millennio, sarebbero entrati in Paradiso.

Padre Pio ascoltava e taceva, ma dal volto sembrava non condividere le affermazioni dello scrittore. Ad un certo punto, uno di noi gli chiese il suo parere. Ed Egli così ripose: "Ricordo di aver letto che un povero sacerdote si trovava in sacrestia a confessare degli uomini. Ad un tratto entrò un uomo robusto, dagli occhi piccoli e neri, capelli brizzolati, giacca nera, pantaloni rigati, il quale, passando davanti a tutti, si presentò al sacerdote per confessarsi, rimanendo dritto in piedi.

L’umile sacerdote lo invitò ad inginocchiarsi, ma quell’uomo rispose: "Non posso!". E, credendo che fosse malato, ascoltò ugualmente la sua confessione. Sembrò che avesse commesso tutti i peccati di questo mondo. Pensava in cuor suo quel sacerdote: "C’è chi li fa e c’è chi li toglie, tutti i peccati di questo mondo". Dopo aver ascoltato la confessione, il sacerdote diede gli opportuni consigli e invitò ancora una volta quello strano penitente a inginocchiarsi un istante per ricevere l’assoluzione o, almeno, ad abbassare il capo. Ma quell’uomo, con più durezza e quasi seccato, rispose: "Non posso!". A questo punto, raccontava Padre Pio, il confessore disse: "Amico mio, al mattino, quando ti infili i pantaloni, te la pieghi un po’ la testa, si o no?".

L’uomo guardò con sdegno e disprezzo il confessore e con rabbia rispose: "Io sono Lucifero, nel mio regno non esiste piegatura!".

Padre Pio concluse: "Se Lucifero e i demoni non possono piegarsi a Dio, non possono andare in cielo per forza".

Poco dopo, Padre Pio si alzò dalla poltrona di vimini, dove era seduto in veranda, e stava per ritirarsi in cella n.1. Sotto lo stipite, mi avvicinai a Lui e gli dissi: "Padre, quel sacerdote di cui avete raccontato eravate proprio voi. Il fatto - aggiunsi - vi capitò l’anno scorso, giù in sacrestia, ed ero io presente.

Il Padre si rattristò molto e, piangendo, mi ripose: "Sì, è vero, è capitato anche a me, ma è vero pure che il medesimo racconto l’ho letto in un libro".

Per ciò che riguarda invece l’invisibilità si racconta che qualche volta Padre Pio passasse sopra la folla dei fedeli compiendo un volo invisibile per fare ritorno nella sua cella a pregare. I fedeli che lo attendevano con ansia non vedendolo arrivare, si informavano dai confratelli, chiedevano se Padre Pio avrebbe tardato ancora per impartire la sua consueta benedizione. Quando i frati spiegavano che l’anziano monaco era già da qualche tempo nella sua cella, capivano che egli era già passato per la benedizione, ma con un viaggio invisibile.

L’invisibilità invece è frequente nella bilocazione. Questa particolarità non è riscontrabile solo in Padre Pio, ma anche in molti mistici e santi, oppure i defunti morti nella grazia di Dio o coloro che dopo aver soggiornato negli stati di purgazione hanno raggiunto la beatitudine dei cieli. Natuzza Evolo, la mistica di Paravati ad esempio, dice che spesso nelle bilocazioni di cui è protagonista deve mantenersi invisibile per non spaventare la persona o le persone che deve visitare.

ZOPPICAVA DALLA NASCITA ORA NON PIU'



Zoppicava da oltre 16 anni, a causa del suo piede valgo mal operato. Ora non più, grazie ad una presunta ed improvvisa guarigione attribuita a Padre Pio da Pietrelcina, avvenuta il 18 settembre dell'anno scorso, proprio nel giorno in cui si celebra l'anniversario della morte del futuro Santo del Promontorio dell'Arcangelo Michele. La presunta miracolata si chiama Maria Russo, 44 anni, originaria di Rignano Garganico, ma residente a Collegno, nel torinese, dove vive assieme al marito Michele e ai suoi due figli da oltre vent'anni. La sua menomazione, aggravata da un'atrofia muscolare in sede, l'avrebbe dovuta perseguitare per tutta la vita. Così non è stato, vediamo perché. Un bel mattino Maria, dopo essersi alzata ed aver calzato le sue scarpe ortopediche, tremendamente anti-estetiche, si avvia all'usuale lavoro in fabbrica. Fa l'operaia in un maglificio. E' l'anniversario della morte di Padre Pio, ma lei non lo sa o forse non ci pensa. Raggiunto il luogo di lavoro, la donna va a cambiarsi d'abito negli spogliatoi. Ed è qui che si compie l'inatteso miracolo. Ad un tratto avverte un intenso odore di fiori, forse di lavanda. E' il profumo di Padre Pio ! Ma anche in questo caso, lei non lo sa, né riesce a spiegarsi la causa e la provenienza dello stesso. In quel momento, il suo unico assillo è di fare presto e di raggiungere il posto di lavoro. Pertanto, non si accorge nemmeno che il suo piede è guarito e non la fa più zoppicare. Se ne rendono conto e glielo fanno subito notare le amiche, una volta arrivata nella sala delle macchine. "Che cosa ti è capitato, non vedi che cammini bene ? Chi o che cosa ti ha guarito ?" - sussurra più di una. Ed è allora, che anche lei si accorge di non trascinare più il piede. Ma non è convinta del tutto. Teme, infatti, che un simile stato di grazia sia soltanto apparente e che non possa durare a lungo. Per cui prova e riprova a deambulare e persino a saltare. Tutto procede perfettamente. Si ripete ancora quando, a fine lavoro, la donna si appresta a raggiungere la fermata del bus, che la riporta a casa. Infatti, si mira e si rimira attraverso le vetrine dei negozi. Il medesimo esperimento viene, poi, rinnovato a piedi scalzi nella propria abitazione, davanti al marito e ai figli. Il riscontro permane positivo. Insomma la nostra protagonista si sente e si dimostra davvero guarita. "Un evento del genere non me lo sarei mai aspettato - ci ha svelato la donna in un recente incontro - benché non ho chiesto mai niente per me al frate santo, se mai l'ho fatto, ho pregato sempre per gli altri". Pian piano, comunque, riesce a rimembrare punto per punto gli episodi strani capitatile nel corso della giornata. Il discorso ora le è completamente chiaro: "sì, sono guarita. È stato Padre Pio a farmi la grazia" - urla improvvisamente la donna tra lacrime di gioia e speranze esaudite. La conferma l'ha durante la notte. All'improvviso, si sveglia, sopraffatta da un bisogno fisiologico. Si butta giù dal letto e prima di dirigersi al bagno, guarda la fotografia del frate, da oltre un ventennio esposta sul comodino. Padre Pio le sorride allegro e rassicurante. Trascorsi alcuni minuti, l'atteggiamento del cappuccino rimane inalterato, mentre intorno si spande il tipico profumo di fiori, avvertito il giorno precedente. Maria allora si inginocchia e si mette a pregare intensamente, chiedendo perdono per non averci creduto prima. Quindi, si rialza soddisfatta e serena. L'immagine, intanto, è ritornata ad essere "carta" inanimata, fredda come e più di prima. Nonostante questo, qualche giorno dopo, al fine di dare a se e ai propri familiari una spiegazione plausibile anche sul piano scientifico, si reca dal proprio medico curante. Il sanitario si dimostra scettico e stupito nella stesso tempo. Pertanto, insiste nell'escludere ogni ipotesi di vera e propria guarigione, lamentando in proposito il parere espresso e confermato più volte dagli specialisti del "Rizzoli", il centro ortopedico bolognese, dove la donna era stata visitata in diverse occasioni. Non passa una settimana, che Maria ottiene una ulteriore riprova del miracolo. Infatti, qualche giorno dopo, riceve una inattesa telefonata. E' sua cognata, dal paese natio. Quest'ultima, le racconta uno strano sogno: "ti ho vista camminare con dei tacchi a spillo, proprio tu che non puoi calzare quelle scarpe, sei sicura che va tutto bene ?". Il resto si capisce. Maria scoppia in lacrime e svela l'accaduto. Nei mesi scorsi la donna, legatissima alla natia Rignano, è scesa in paese per far visita a dei parenti. La prima cosa che ha voluto fare è stata quella di portare la famiglia in quel di San Giovanni Rotondo, per ringraziare a viva voce, questa volta non più zoppicando, il cappuccino barbuto dei mille miracoli. "Spero solo che a breve - ha commentato Maria al termine della nostra chiacchierata - il Papa annunci la santità di Padre Pio".