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Avvenimenti
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GLI AVVENIMENTI
E’ proprio nella
piccola cittadina garganica che si manifestarono i fatti mistici
più rilevanti. Il più clamoroso fu senz’altro
quello delle stimmate che Padre Pio ricevette visibili e sanguinanti
la mattina del 20 settembre 1918. La vera crocifissione venne
preceduta dalla trasverberazione mistica che avvenne la sera del
5 agosto 1918, poco più di un mese prima della stigmatizzazione.
Leggiamo insieme come racconta
questo momento lo stesso Padre Pio: "Me ne stavo confessando
i nostri ragazzi la sera del 5, quando, tutto ad un tratto, fui
riempito di un estremo terrore alla vista di un Personaggio Celeste
che mi si presentò dinanzi all'occhio dell'intelligenza.
Teneva in mano una specie
di arnese, simile ad una lunghissima lancia di ferro con una punta
bene affilata, e sembrava che da essa punta uscisse fuoco. Vedere
tutto questo e osservare detto Personaggio scagliare con tutta
violenza il suddetto arnese nell'anima mia, fu tutto una cosa
sola! A stento emisi un lamento, mi sentivo morire! Dissi al ragazzo
che si ritirasse perchè mi sentivo male e non sentivo la
forza di continuare. Questo martirio durò senza interruzione
fino al mattino del giorno 7. Cosa io soffrii in questo periodo
sì luttuoso io non so dirlo! Persino le viscere vedevo
che venivano strappate e stiracchiate dietro quell'arnese, e tutto
era messo a ferro e a fuoco! Da quel giorno in quà io sono
stato ferito a morte. Sento nel più intimo dell'anima mia
una ferita che è sempre aperta e mi fa spasimare assiduamente.
Non è questa una nuova punizione inflittami dalla Giustizia
Divina? Giudicatelo voi quanta verità sia contenuta in
questo e se io non ho tutte le ragioni di temere, di essere in
un'estrema angoscia..." (Epistolario I pagg.1065-1066).
Facciamo un passo indietro.
Ecco cosa scrive il giovane frate al padre Agostino il 3 dicembre
1912, nel periodo in cui il suo animo venne ferito misticamente
dall’amore di Dio con le stimmate invisibili: "Mio
carissimo padre, vorrei per un solo istante scoprirvi il mio petto
per farvi vedere la piaga che il dolcissimo Gesù amorosamente
vi ha aperto in questo mio cuore. Esso finalmente ha trovato un
amante che si è talmente invaghito di lui, che non sa più
inasprirlo. Questo amore voi lo conoscete. E' un amante che non
si adira mai con chi l'offende. Infinito è il numero delle
misericordie di lui che il mio cuore porta con sè. Ed allorchè
gli domando che cosa ho fatto per meritare tante consolazioni,
lui sorride e mi va ripetendo che a tanto intercessore nulla si
nega. Mi chiede in ricompensa solo amore; ma non lo debbo forse
a lui questo per gratitudine?" (Epistolario I - pag.316).
Personaggio carismatico o uomo predestinato?
Non crediate sia una sottigliezza
da poco. Questa distinzione ha la sua valenza. Un giorno, esattamente
il 13 febbraio ‘97, ero al telefono con il giornalista Enrico
Malatesta, uno degli studiosi più noti del frate stigmatizzato,
autore di numerosi libri sulla vita e le opere di Padre Pio. Ero
a caccia di testimonianze e desideravo avere anche la sua. Pur
non avendo mai conosciuto il monaco santo, Malatesta, mi confidò
cosa pensava del frate e poi fece una distinzione fra personaggio
carismatico e predestinato di Dio. Sulle prime non condividevo
la sua esposizione dei fatti, perchè il noto autore credeva
che io volessi includere in questa categoria anche Padre Pio.
Egli probabilmente intendeva dare di costoro, i personaggi carismatici,
una definizione più esoterica, intendere che questi hanno
a che fare con la magia e le scienze dell’occulto. Mi spiegò
che lui non amava dare a Padre Pio la definizione di personaggio
carismatico e che invece, volendo per forza etichettarlo preferiva
dire che era un uomo di Dio, meglio ancora un uomo predestinato
da Dio, un uomo sul quale il Signore aveva un progetto molto speciale.
Convenni immediatamente
con lui e dissi che ero d’accordo; poi mi spiegò
che cosa si dovesse intendere per personaggio carismatico: "Chiunque
venga rivestito di doni dalla Provvidenza di Dio, si può
dire carismatico. Il carismatico può far uso del dono per
la gloria del Signore, ma anche farne cattivo uso, limitarlo,
strumentalizzarlo, con la sua libera volontà persino distorcere
il significato del dono, come accade spesso a molte persone che
si fanno spesso condizionare dai loro stessi carismi. Padre Pio
non era nulla di tutto questo. Egli era un uomo predestinato dal
Signore, un altro Cristo, al quale Dio aveva dato l’incarico
di completare la redenzione di Gesù, di cooperare alla
salvezza del mondo".
Don G. Amorth condivide
il pensiero del noto giornalista e dice: "Sono d’accordo,
ma non so se i motivi siano gli stessi. Noi chiamiamo "personaggio"
un uomo famoso. Ci sono tanti carismatici che sono rimasti nell’ombra,
per cui non erano "personaggi". Certo, questo non si
può dire per Padre Pio, che ha segnato profondamente la
sua epoca".
Credo che Malatesta volesse
intendere che Padre Pio era qualcosa di più di un carismatico,
la sua anima era stata pensata forse dal Padre, nello stesso modo
in cui Egli pensò alla Madonna quando decise di incarnarsi
in Gesù, farsi carne per la redimere l’umanità
corrotta dal peccato. Ed in questo senso, un segno vivo della
compartecipazione del frate alla passione del Messia, si ha nelle
stimmate di cui parleremo nel prossimo capitolo.
Le Stimmate
La stigmatizzazione vera
e propria avvenne la mattina del 20 settembre 1918, come riferisce
lo stesso Padre Pio qualche giorno dopo al suo confessore, Padre
Benedetto da San Marco in Lamis:
"...Cosa dirvi a riguardo
di ciò che mi domandate, del come sia avvenuta la mia crocefissione?
Mio Dio! Che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare
ciò che Tu hai operato in questa meschina creatura!!!
Era la mattina del venti
settembre. Ero nel coro, dopo la celebrazione della santa messa,
allorchè venni sorpreso da un riposo simile a un dolce
sonno. Tutti i sensi interni ed esterni nonchè le stesse
facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile.
In tutto questo vi fu totale
silenzio intorno a me. Vi subentrò subito una gran pace
ed abbandono alla completa privazione del tutto ed una posa nella
stessa rovina.
E tutto questo avvenne
in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi
innanzi un misterioso Personaggio, simile a quello visto il 5
agosto, da cui si differenziava in questo solamente, che aveva
le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. La sua vista
mi atterrì...ciò che sentii in quell'istante non
saprei dirvelo...mi sentivo morire e sarei morto se il Signore
non fosse intervenuto a sostenere il cuore che sentivo sobbalzare
dal petto.
La vista del Personaggio
si ritirò ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano
traforati e grondavano sangue!
Immaginate lo strazio che
sperimentai e che vado esperimentando continuamente quasi tutti
i giorni; la ferita del cuore getta assiduamente del sangue, specie
dal giovedì sera fino al sabato.
Padre mio, io muoio di
dolore per lo strazio e la confusione susseguente che io provo
nell'intimo dell'anima! Temo di morire dissanguato se il Signore
non ascolta i gemiti del mio povero cuore col ritirarsi da questa
operazione...
Mi farà questa grazia
Gesù che è tanto buono? Toglierà almeno da
me questa confusione che io esperimento per questi segni? Innalzerò
forte la mia voce a Lui e non desisterò dallo scongiurarlo
affinchè la sua Misericordia ritiri da me non lo strazio
e il dolore, perchè lo veggo impossibile dato che io voglio
inebriarmi di dolore, ma questi segni esterni che mi sono di una
confusione indescrivibile...".(Epistolario I - pagg.1093-1094).
"Ho potuto vedere
molto distintamente le stigmate di Padre Pio - dice la signora
Gabriella Serra, sua figlia spirituale di Bolzano - erano aperte.
Quando diceva Messa su quello spiazzo all’aperto, si notavano
molto bene. Ricordo che la prima volta capitai a San Giovanni
Rotondo nel mese di settembre e quello che mi colpii tantissimo
fu l’intenso profumo di rose, una cosa meravigliosa".
Le estasi e le visioni. Caratteristiche
del fenomeno
"Le estasi e le visioni
in Padre Pio - dice Padre Agostino da S. Marco in Lamis, uno dei
suoi direttori spirituali - cominciarono fin dal quinto anno di
età". L’umile frate di Pietrelcina era stato
favorito da questo grande dono. Egli, per grazia, poteva penetrare
i misteri divini con chiarezza, poteva comprendere quella verità
soprannaturale che ai comuni mortali viene celata e che solo può
manifestarsi con la forza della fede. Il mistero di un Dio insondabile,
impenetrabile, che si nasconde, che si cela, come direbbe Blaise
Pascal, per Padre Pio era una presenza reale, viva.
Ma in quale modo il servo
di Dio sperimentava queste ineffabili grazie divine? Come poteva
dialogare con il Sommo Bene?
Le sue lettere, soprattutto
quelle dell’Epistolario I, sono molto eloquenti a riguardo
e svelano qual’era la maniera ordinaria in cui avvenivano
i colloqui celesti.
Gli studiosi sono concordi
nel ritenere che nei mistici, e quindi anche in Padre Pio, la
tratta d’unione fra la propria condizione materiale finita
e Bene infinito, fosse costituita dalla penalizzazione dei sensi,
fin quasi alla privazione di essi. Privazione intesa come mortificazione
sensoriale volontaria, al fine di far rinascere lo spirito, che
senza l’impaccio dei bisogni temporali, libero dalle zavorre
del mondo che gli impediscono di innalzarsi asceticamente, raggiunge
le alte vette della perfezione mistica. Il rapporto del mistico
con le celesti bellezze, avviene in più tempi. Ma la maggior
parte degli studiosi sono concordi nel ritenere che questo "processo"
di trasformazione interiore non sia possibile senza una speciale
grazia divina che è quella della ferita d’amore o
trasverberazione della quale già abbiamo riferito. E’
vero che si tratta solitamente di anime predilette dal Signore
e quindi già destinate ad un determinato grado di santità,
ma è altrettanto vero che, per queste anime mistiche, il
raggiungere la perfezione dipende dalla loro libera volontà,
dal grado di corrispondenza a questa grazia e la loro imperfezione
pure dipende dal rifiutarla cinicamente. Sono convinto che il
Signore abbia progetti di santità su tutti gli uomini,
ma realizzarli dipende dalla volontà libera, da come ciascuno
corrisponde al celeste dono. E’ chiaro che nei mistici questa
risposta è totale, è così incondizionata
da raggiungere in molti casi la vera e propria schiavitù
d’amore. Gli esempi a riguardo sono molti: San Luigi Grignon
De Montfort, Sant’Alfonso Maria De Liguori, Sua Santità
Giovanni Paolo II che all’inizio del suo Pontificato fece
suo il motto "Totus Tuus", cioè tutto tuo, tutto
di Maria. Una schiavitù d’amore operata con uno speciale
affidamento alla Madonna e che ha sortito effetti spirituali veramente
grandissimi, che hanno permesso al Pontefice polacco di raggiungere
mete insperate.
Ritornando al mistico Padre
Pio e all’argomento specifico di questo paragrafo non possiamo
non considerare la dinamica del dialogo fra l’uomo e Dio.
In Padre Pio viveva costantemente, attimo dopo attimo, Gesù
Cristo, il Messia. Il frate era la riproduzione esatta del Crocifisso.
Le estasi avvenivano pertanto attraverso un rapimento dello spirito,
il più delle volte si trattava semplicemente di visioni
immaginative, puramente interiori che non avevano bisogno di un
supporto visivo, anzi la loro chiarezza spirituale era così
intensa e precisa, che non si poteva dubitare sulla loro provenienza
divina. Il frate di Pietrelcina non vedeva sempre delle cose durante
le sue visioni e le sue estasi. In lui si affollavano le intuizioni
sante, si facevano avanti le locuzioni, egli non sentiva necessariamente
voci umane, ne vedeva immagini dai contorni definiti. In lui era
l’occhio dell’intelletto, dell’intelligenza
che agiva. Poteva conoscere verità di altissimo valore
spirituale, persino incomprensibili alla finitezza umana con estrema
chiarezza, come ad esempio l’essenza del Dio Uno e Trino.
Eccone un esempio:
"Le manifestazioni
che il Signore suole fare all’anima mia parmi che vadano
distinte così: in manifestazioni ed apparizioni puramente
soprannaturali, riguardanti esseri privi di forme, ed in manifestazioni
di esseri sotto forme umane.
Le prime riguardano Iddio,
le sue perfezioni, i suoi attributi. Di queste non riesco in nessun
modo a trarle in iscritto non ostante che l’ho presente
alla mente...Un esempio spero che chiarirà la cosa in modo
assai debole. Portiamoci dinanzi ad uno specchio. Cosa vediamo?
Non altro se non un’immagine umana. Il nostro intelletto,
seppur non è infermo, non dubiterà, neanche per
sogno, esser quella un’immagine che non sia la nostra.
Poniamo il caso che tutti
gli uomini volessero provarci che noi c’inganniamo nel voler
credere che l’immagine che vediamo nello specchio sia la
nostra; riuscirebbero forse non dico a rimuoverci dal nostro convincimento,
ma a farci forse nascere un dubbio anche lievissimo intorno a
ciò? No, di certo. Ebbene, lo stesso avviene a me in queste
manifestazioni e locuzioni divine (Epistolario I, pagg. 373,374
- Ed. Padre Pio da Pietrelcina).
Non voglio certo affermare
che le visioni e le estasi in Padre Pio siano state solamente
interiori. E’ mia precisa convinzione che egli era stato
favorito da Dio anche da molte apparizioni, come lui stesso ha
testimoniato nella lettera appena citata. Queste ultime certamente
avvenivano con il concorso della vista corporea. Egli vedeva immagini
e rappresentazioni con i suoi occhi naturali. Continuiamo a leggere
l’Epistolario: "Facciamo l’ipotesi che Iddio
manifesti all’anima un suo attributo, per esempio la santità.
L’anima comprende, per quanto è nella capacità
che Dio le dà, questo attributo, e ciò che ha appreso
una volta lo ha sempre scolpito dentro di sè, ma non riesce
però ad esprimere ciò che ha appreso e ciò
che pur essa vede.(Ibidem, pag.374). Qualcosa di analogo racconta
anche Santa Teresa d’Avila nel suo "Castello Interiore":
"A volte, insieme
alle cose che si vedono con gli occhi dell’anima, se ne
presentano in visione intellettuale altre, specialmente schiere
di angeli intorno al loro Signore. Senza che si veda nulla, nè
con gli occhi del corpo nè con quelli dell’anima,
tramite una mirabile grazia conoscitiva ch’io non saprei
proprio descrivere, si percepisce tutto questo e un infinito numero
di altre realtà davvero inesprimibili. Chi abbia la fortuna
di provarle e possegga maggior capacità di me, sarà
forse in grado di descriverle, quantunque a mio parere l’impresa
rimanga sempre assai difficile. Se tutto ciò avvenga mentre
l’anima si mantiene unita al corpo o no, io non saprei dirlo...(Castello
interiore, Santa Teresa d’Avila, Seste mansioni, pag. 210,
Ed. O.C.D. Roma 1995). A riguardo dell’impossibilità
di esprimere con parole naturali ciò che le anime sante
vedono delle realtà invisibili e soprannaturali ci viene
in aiuto anche un passo della seconda lettera di San Paolo ai
Corinzi:
"1 Non è bello
vantarsi, eppure devo farlo. Perciò vi parlerò delle
visioni e delle rivelazioni che il Signore mi ha concesse.
2 Conosco un credente che
quattordici anni or sono fu portato fino al terzo cielo. (Io non
so se egli vi fu portato fisicamente o solamente in ispirito:
Dio solo lo sa).
3-4 So che quell'uomo fu
portato sino al paradiso. (Se lo fu fisicamente o solamente in
ispirito - lo ripeto - io non lo so: Dio solo lo sa). Lassù
udì parole sublimi che per un uomo è impossibile
ripetere.
5 Di quel tale sono disposto
a vantarmi, ma per quanto riguarda me, mi vanterò soltanto
delle mie debolezze.
6 Se avessi voglia di vantarmi
non sarei un pazzo perché direi la pura verità.
Tuttavia non lo faccio: voglio che la gente mi giudichi in base
a ciò che faccio e dico, e che non abbia di me un'opinione
più alta.
7 Io ho avuto grandi rivelazioni.
Ma proprio per questo, perché non diventassi orgoglioso,
mi è stata inflitta una sofferenza che mi tormenta come
una scheggia nel corpo come un messaggero di Satana che mi colpisce
per impedirmi di diventare orgoglioso.
8 Tre volte ho supplicato
il Signore di liberarmi da questa sofferenza.
9 Ma egli mi ha risposto:
"Ti basta la mia grazia. La mia potenza si manifesta in tutta
la sua forza proprio quando uno è debole". È
per questo che io mi vanto volentieri della mia debolezza, perché
la potenza di Cristo agisca in me.
10 Perciò io mi
rallegro della debolezza, degli insulti, delle difficoltà,
delle persecuzioni e delle angosce che io sopporto a causa di
Cristo, perché quando sono debole, allora sono veramente
forte".(II Corinzi, 12,1-10).
Possibile interpretazione
dei fenomeni fisici provocati durante il fatto mistico
Nel fatto mistico, nella
manifestazione soprannaturale, è frequente un effetto fisico
sulla materia, quello che comunemente la parapsicologia definisce
telergia, che a sua volta si raggruppa in altre manifestazioni
come la telecinesi, la smaterializzazione e la materializzazione
di oggetti e altri simili fenomeni.
In Padre Pio il fatto mistico
ha spesso provocato anche effetti sulla materia. Nelle bilocazioni,
ad esempio, egli riusciva a muovere e trasportare oggetti, interagiva
con l’ambiente visitato mentre il suo corpo rimaneva fermo
nella cella del convento dove veniva ospitato.
Nè la scienza moderna
e nessun’altra disciplina hanno potuto spiegare razionalmente
la dinamica dell’effetto fisico durante il manifestarsi
dal fatto mistico, rapimento, bilocazione, levitazione che sia.
Possiamo solo dire che
in percentuale, tenendo naturalmente conto solo dei fatti che
abbiano dei riscontri attendibili, con esclusione quindi di fenomeni
indotti, provocati ed ingannatori, gli effetti fisici sono riscontrabili
molto più spesso in ambito cattolico e vissuti da personaggi
che hanno saputo mortificare i sensi a vantaggio dello spirito
e che abbiano esercitato le virtù teologali in maniera
eroica.
"Dio è sempre
diverso nei suoi santi - afferma don G.Amorth - come, del resto,
in ogni uomo. Le due principali caratteristiche di Padre Pio erano
la Messa e le confessioni. I suoi carismi principali, a parte
le stimmate, sono stati: la scrutazione delle coscienze, la bilocazione,
il profumo. Un altro santo con tutte queste caratteristiche non
saprei trovarlo. Molti santi o sante hanno ricevuto da Dio alcuni
di questi carismi e anche tanti altri, che Padre Pio non aveva.
Cercando un paragone, avvicinerei Padre Pio a santi confessori,
come il curato d’Ars e Padre Leopoldo Mandic".
Descriviamo un momento
di un rapimento mistico vissuto da Padre Pio e descritto in una
lettera del 18 aprile 1912: "...Finita la messa mi trattenni
con Gesù pel rendimento di grazie. Oh quanto fu soave il
colloquio tenuto col paradiso in questa mattina! Fu tale, che
pur volendomi provare a voler dir tutto non lo potrei; vi furono
cose che non possono tradursi in un linguaggio umano, senza perdere
il loro senso profondo e celeste. Il cuore di Gesù ed il
mio, permettetemi l’espressione, si fusero. Non erano più
due i cuori che battevano, ma uno solo. Il mio cuore era scomparso,
come una goccia d’acqua si smarrisce in un mare."(Epistolario
I, pag.273, Ed. Padre Pio da Pietrelcina). Si tratta in questo
caso di un’estasi mistica in cui interviene un colloquio
celeste fatto di immagini interiori, puramente intellettuali e
viste solo con l’occhio dello spirito.
Il parere dello scrittore
Renzo Allegri
"Un giorno ero a Roma
con il prof. Servadio - mi racconta Allegri, durante un’intervista
- che è stato uno dei grandi studiosi del paranormale.
Per lungo tempo è vissuto in India, dove ha anche insegnato
all’Università, quindi era uno che aveva una certa
conoscenza della materia e direi anche ad alto livello. Parlando
di Padre Pio, di Rol e di altri mistici, lui mi disse una cosa
che in India era molto nota e che gli studiosi mettevano in evidenza.
Era questa: quando una persona, nella nostra cultura, un santo,
un’asceta, nella cultura indiana il guru, o altri soggetti
di questo tipo, si dedicano ad una vita mistica, ascetica, in
loro si manifestano sempre fenomeni paranormali; possiamo paragonare
questa scalata ascetica ad una specie di piramide in cui più
si va verso la vetta, tutto quello che accade sotto, si manifesta
spontaneamente. E parlava di tutti quei fenomeni paranormali,
che non hanno niente a che fare con l’ascetica, perchè
quella è una cosa ancora superiore. Più si raggiunge
la vetta e più in modo manifesto e spontaneo si palesano
i fenomeni paranormali. Secondo questa teoria, è da ammettere
che in Padre Pio, essendo lui un grande santo, un grande mistico,
si manifestavano in lui anche i fenomeni paranormali che sono
di grado inferiore ai grandi doni carismatici. In Padre Pio certamente
si è verificata la presenza di molti fenomeni paranormali
di origine parapsicologica come la telecinesi, la psicocinesi,
la telepatia, la lettura del pensiero. In lui avvenivano in modo
più elevato, perchè su questi fenomeni spontanei
di origine paranormale, si innestavano anche quelli carismatici
e spirituali.
E’ opportuno fare
una distinzione però. La santità di Padre Pio non
consiste nell’argomento squisitamente carismatico o dei
doni, ma in altro, cioè nell’esercizio eroico delle
virtù".
"Padre Pio aveva tanti
carismi - dice don Amorth - ma anche i carismi non agiscono automaticamente;
chi comanda è sempre il Signore. Certe volte Padre Pio
taceva perplesso, quasi chiedendo al Signore una risposta che
non gli arrivava. Non sono al corrente però di previsioni
o predizioni sbagliate; quando invece parlava con forza, quasi
con autorità, si avverava tutto. Il più delle volte
parlava con tanta umiltà e conosco casi in cui attendeva
con ansia di sapere se quello che aveva detto con incertezza si
era poi avverato".
Ma è possibile un
errore nel profetare? Don Amorth dice che "se uno è
veramente ispirato da Dio non è possibile che ci siano
errori. Ma lo stesso profeta molte volte non si rende conto se
una sua parola era stata ispirata o no; lo si capisce dai fatti.
Anche Padre Pio, il più delle volte, dava risposte con
umiltà e umano buon senso. Era un errore da esaltati (e
non ne mancavano di certo) pensare che ogni parola di Padre Pio
fosse parola di Dio".
Don Amort non sà
se in Padre Pio si manifestavano anche fenomeni parapsicologici.
"Mi limito a notare - afferma - che talvolta uno stesso fatto
può avere origine carismatica, oppure origine naturale
(come sono i fatti parapsicologici). In questi casi sono le circostanze,
le persone a cui accadono, le modalità, che ci fanno capire
quale sia la loro origine. Mosè, con la forza di Dio, compiva
davanti al Faraone gli stessi prodigi che poi i maghi ripetevano
con la forza del demonio".
Doni più marcatamente
evidenti
Esistono in ciascun mistico
dei doni più evidenti rispetto ad altri. Per lo più
il Signore arricchisce i Suoi servi di un dono, forse due, ma
molto raramente ne concede di più. Padre Pio li aveva ottenuti
tutti, ma alcuni erano marcatamente più sviluppati degli
altri.
Per risparmiare al lettore
inutili dissertazioni in materia, possiamo dire che in Padre Pio
si manifestavano nello stesso momento più carismi. I meno
sviluppati tuttavia, secondo lo studio che ho condotto sul frate
stigmatizzato, risultano essere: il dono di guarigione inteso
nel senso carismatico come parola di conoscenza, quello della
profezia e della liberazione delle anime dal demonio.
Egli quindi, pur avendo
a lungo combattuto con gli spiriti infernali, non era un esorcista,
nè un guaritore in senso carismatico, come potrebbe essere
per esempio Padre Emiliano Tardif, e nemmeno un profeta.
Molti testimoni, giurano
di aver sentito Padre Pio fare delle previsioni, esprimere vere
e proprie profezie che poi alcune volte non avevano trovato riscontro
nella realtà.
E’ vero quanto hanno
detto?
Non è facile rispondere
a questa domanda, ma possiamo però fare una considerazione
generale. I mistici e quindi anche Padre Pio, non sono illuminati
dallo Spirito Santo a bacchetta. L’ispirazione santa, l’intuizione
celeste può essere più intensa e meno sviluppata
a seconda dei giorni, delle circostanze e della stanchezza del
candidato alla santità investito da questi carismi. Sono
pertanto possibili in molti casi degli errori, in quanto il mistico,
essendo un uomo comune con tutte le fragilità della carne,
può contribuire anche con la sua libera volontà
e metterci del suo umanamente, qualcosa della sua esperienza,
del suo carattere, del suo modo di vedere le cose.
Più spesso può
accadere che qualche predizione non si avveri perchè una
causa ne ha mutato il corso naturale o il progetto di Dio. E’
molto esplicativo l’episodio citato nelle Sacre Scritture
di Ninive, che fu salvata per la preghiera del popolo.
In ultima analisi, e forse
questo è il caso più frequente, la predizione non
si avvera perchè non è stata compresa come l’ha
interpretata e detta l’uditore. Nel caso di Padre Pio qualche
volta succedeva e spesso lo si accusava di non aver preconizzato
in modo esatto o di aver detto cose che non hanno avuto riscontro.
La risposta è semplice: egli non le aveva dette, o perlomeno
non le aveva dette così.
Ecco cosa dice in merito
lo scrittore Renzo Allegri:
"Io ho a disposizione
anche molto materiale sui colloqui di Padre Pio con Cleonice Morcaldi,
una delle figlie spirituali più devote al frate. Ricordo
una delle domande più curiose che gli fece negli anni ‘40
e a quei tempi parlare di extraterrestri e di vita in altri mondi
era impossibile. Pensare, allora, che potessero esserci intelligenze
diverse dall’uomo era straordinario. La Morcaldi fece in
quell’occasione questa specifica domanda a Padre Pio: "Lei
ritiene che ci siano altre vite negli spazi immensi del cosmo?".
Lui rispose: "Ma certo, è impossibile pensare che
l’universo sia popolato solo dagli uomini, chissà
quante altre forme di vita e di intelligenza che lodano il Signore
ci sono in giro per l’universo".
Secondo me - continua Allegri
- Padre Pio poteva dare delle risposte anche umane, ma non dimentichiamo
che erano pur sempre risposte di un uomo immerso nella vera meditazione.
La preghiera e la meditazione di Padre Pio era molto diversa da
quella degli uomini comuni, in quanto la sua era sempre arricchita
dalle esperienze mistiche che faceva. La sua mente, la sua capacità
di ragionamento, di intuizione, di immaginazione, restava arricchita
da quell’esperienza, per cui aveva un orizzonte molto più
vasto rispetto a chi non aveva fatto questa esperienza. La risposta
data a Cleonice Morcaldi potrebbe essere una risposta di raziocinio,
ma data al suo livello. Tante volte Padre Pio sbagliava e lui
stesso diceva: "Eh...ho sbagliato...non è vero che
io so tutto". Queste intuizioni profetiche non sono sempre
presenti, ci sono dei momenti in cui si hanno in maniera chiara,
ed altri in cui si crede di averle e non ci sono e momenti in
cui si sbaglia clamorosamente. Ci sono molti episodi di sbagli
e sono anche documentati. E’ un argomento che non ho ancora
trattato, ma possiedo molto materiale. C’è un suo
confratello che ha preso nota di alcune previsioni di Padre Pio
che sono risultate sbagliate. Questo confratello poi, quando chiedeva
il motivo, il frate stigmatizzato ammetteva senza problemi che
era possibile sbagliare. Io ho un libretto in disparte che devo
ancora studiare. Ho parecchio materiale a questo proposito e un
giorno o l’altro dovrei anche mettermi a riordinarlo. Forse
ci farò anche un libro.
Durante la guerra Padre
Pio fece delle previsioni, notate da questo confratello, che poi
si sono rivelate sbagliate. E questo dimostra che Padre Pio era
una persona normale, come lo siamo tutti, che solo in alcuni momenti
aveva delle ispirazioni divine".
Introspezione dei cuori,
preveggenza
Il dono mistico della preveggenza
o introspezione dei cuori, si manifestava in Padre Pio, soprattutto
nel momento del sacramento della riconciliazione. Sappiamo quante
ore, il frate rimanesse in confessionale con i penitenti, alle
volte anche fino a 12 ore in un giorno. Egli ricondusse a Dio
molte anime peccatrici, le riconciliò al Signore con la
confessione.
Il fatto che il carisma
dell’introspezione si manifestasse più marcatamente
in quei momenti, rientra in un sapiente progetto divino. Molte
volte i penitenti erano scettici, dimostravano una scarsa volontà
di proponimento per il futuro, non avevano la contrizione necessaria
per poter essere riconciliati con Dio. Padre Pio lo sapeva, leggeva
nei cuori, conosceva ogni moto dell’anima, il Signore svelava
al frate quei misteri insondabili dello spirito che possono essere
conosciuti solo per volere di Dio.
Ad un prete che si era
andato a confessare da lui e che non aveva detto tutti i suoi
peccati, rimproverò di essere stato negligente nella missione
affidatagli dal Signore. Il sacerdote era "colpevole"
di non aver celebrato la messa domenicale, perchè aveva
preferito riposarsi dopo un lungo viaggio. Egli si era addormentato
e risvegliato solo nel tardo pomeriggio quando le chiese ormai
erano già chiuse. "Non fu un peccato fatto con malizia
- disse Padre Pio al sacerdote - ma una negligenza che ferì
Nostro Signore".
Alla signora Mariarosa
Frumento, moglie del notaio Gianni di San Giovanni Rotondo, Padre
Pio ebbe molte volte l’occasione di leggere nel suo cuore.
Durante una confessione la signora Mariarosa non aveva il coraggio
di dire alcuni peccati, qualche volta li mimetizzava per farli
sembrare meno gravi. Padre Pio in molte occasioni glieli disse
prima che potesse proferir parola. Una volta il frate gli chiese
se le capitava di dire delle bugie. Lei rispose che alle volte
le capitava di dire delle bugie, ma solo di piccola entità.
Padre Pio, la guardò severamente rimproverandole che era
un’abitudine che doveva togliersi in fretta se non voleva
bruciare nelle fiamme del Purgatorio.
Don Amorth dice di non
aver avuto mai nessuna precognizione da Padre Padre Pio. "Lui
era contento che fossi entrato nella Pia Società San Paolo
e che fossi giunto al sacerdozio. Mi ha solo detto che avrei avuto
sempre lotte spirituali dentro di me; ma è una condizione
di tutti, in questo tempo di prova, qual’è la vita
terrena".
Casi di introspezione nella
vita di Padre Pio se ne registrano a migliaia, quasi tutti nel
momento della confessione, ma qualche volta anche in altre circostanze.
Mentre passava tra la gente, la sera, prima di ritornare in cella,
il frate incontrava moltissime persone. A tutti dava una parola
di conforto e di sollievo nelle tribolazioni, consigliava loro
il modo più conveniente per uscire da qualche problema,
più spesso il Signore gli rivelava la necessità
di intervenire per convertire un peccatore.
A Cesare Festa, fratello
del dottor Giorgio, il medico che studiò le stimmate di
Padre Pio, proprio un’introspezione della coscienza contribuì
alla sua conversione. Il frate si trovava tra la folla ad impartire
la benedizione ai fedeli e ai figli spirituali. In mezzo a loro
c’era anche il Festa. Aveva accompagnato la moglie da Padre
Pio, del quale era grande devota. Come il monaco si trovò
al suo cospetto disse: "...Ma lei non è un massone
?". "Si...- rispose tremante e sbigottito il Festa.
Padre Pio incalzò: "E mi spieghi...qual’è
il compito della massoneria?". "Combattere la Chiesa"
- rispose l’uomo ancora più attonito. Lo stigmatizzato
non disse nulla, lo prese per un braccio e lo invitò a
seguirlo. Dopo circa mezz’ora Cesare Festa ritornò
completamente cambiato; piangeva come un bambino, il Signore aveva
riconquistato a se un’altra anima. Padre Pio aveva fatto
da intercessore in questa grande grazia. Come? Non aveva fatto
altro che raccontargli la parabola del figliol prodigo. E chissà
come gliela aveva raccontata per avere un effetto così
dirompente su quell’anima?
"Vedeva di noi - spiega
don Pierino Galeone di Taranto - più lo spirito che il
corpo. E di ognuno, solitamente, conosceva le opere passate e
presenti e, non di rado, anche quelle future.
Un giorno pregavo con Lui
in coro. Era circa mezzogiorno. Ad un tratto, si alzò in
piedi, mi chiamò e con cipiglio mi disse: "Vedi là,
quella donna, a fianco all’altare?". "Sì,
Padre!", risposi. "Và e cacciala subito! E’
una sciagurata!".
Un altro giorno, una giovane
suora si faceva spazio a gomitate tra la folla per raggiungere
il Padre. Appena giunta vicino, gli cominciò a parlare.
Il Padre di botto gridò:
"La smetti o no di fare in chiesa la ballerina? Non hai nessun
pudore" Ricordati di trovarti in chiesa!".
Quella suorina ghiacciò
e, con lei, anche noi, per il terrore della sgridata...
Un pomeriggio eravamo in
veranda. Un uomo si accostò all’orecchio del Padre
a bisbigliare qualcosa. Padre Pio con durezza lo sgridò:
"Giovanotto, non ti vergogni di gettarti addosso così?".
Noi pensavamo che il Padre
riprovasse il suo gesto presente, mentre venimmo a sapere che
riprovava la vita passata di quell’uomo".
Chi possiede il carisma
dell’introspezione delle coscienze è un tramite,
uno strumento nelle mani di Dio per compiere il bene. Nel caso
di Padre Pio, egli se ne serviva per riconciliare l’umanità
peccatrice. Tante furono le conversioni operate in questo modo
o in altre circostanze non meno curiose e inusuali. Tra i convertiti
più famosi ricordiamo: Emanuele Brunatto, l’uomo
che appoggiò Padre Pio durante tutta la prima persecuzione
ed anche in parte della seconda, Francesco Messina, scultore ed
artista di chiara fama, autore della meravigliosa "Via crucis"
adiacente al santuario Santa Maria delle Grazie, Carlo Campanini,
attore teatrale e cinematografico, che dopo una vita di peccato
ritornò a Dio e portò la sua testimonianza di conversione
anche nell’ambiente dello spettacolo, contribuendo a riavvicinare
a Dio molti suoi colleghi di lavoro.
Sono innumerevoli i personaggi
del mondo del cinema e della televisione che andarono da Padre
Pio, numerosi anche quelli dello sport, della politica, della
cultura italiana. Tutti ne trovarono grande beneficio spirituale.
Miracoli
I miracoli nella vita di
Padre Pio furono numerosissimi. Egli viveva di miracoli, tanto
da essere soprannominato bonariamente, il frate dei miracoli.
I prodigi, quelli veri, per Padre Pio erano all’ordine del
giorno. Ma l’avvocato Antonio Pandiscia dice che al di la
di tutti i prodigi operati da Padre Pio, quello più grande,
il vero miracolo è senz’altro la Casa Sollievo della
Sofferenza, l’Ospedale degli ammalati poveri.
Quando Padre Pio interveniva
per chiedere le grazie al Signore, sapeva che questa richiesta
gli sarebbe costata sangue e sacrificio, preghiera e mortificazione,
ma egli abbracciava ugualmente con coraggio tutte le rinunce del
mondo e ogni genere di privazione e umiliazione pur di soccorrere
nei bisogni i suoi "fratelli d’esilio" come li
chiamava lui.
Quando il fatto prodigioso
si manifestava, era sempre Dio ad intervenire, ma per mezzo dell’umile
frate di Pietrelcina, che costituiva un sacrificio gradito al
Signore. La sua preghiera, la sua intercessione aveva una forza
prorompente presso il Trono celeste; merito della sua fede incrollabile,
della sua tenacia a combattere il male in ogni sua forma, della
sua determinazione a seguire in spirito di povertà ed umiltà
la volontà del Padre dei cieli.
Don Amorth spiega bene
in un suo intervento a Radio Luna di Trento la dinamica dell’intercessione
e fa comprendere benissimo che questa non è appannaggio
dei soli carismatici, ma di tutti. Ciò che conta è
la fede. Ecco cosa dice a proposito del sacrificio dei pastorelli
di Fatima e di come si può inquadrare da un punto di vista
cristiano questa offerta spontanea di sofferenza chiesta dalla
Vergine ai tre fanciulli:
"Se vogliamo dare
un’inquadratura teologica - risponde Don Amorth - ricorrerei
al concetto della "sostituzione vicaria", ossia come
il Signore accetta che qualcuno volontariamente si sobbarchi dei
sacrifici per la salvezza di un altro. Parlo del dono che abbiamo
potuto riscontrare soprattutto in Gesù Cristo. Quando mi
sento dire: il Signore Iddio è stato ingiusto perchè
ha fatto pagare a Lui i debiti dell’umanità, io rispondo
che non è così. Dio non è stato ingiusto,
anzi è stato misericordioso con noi e ha accettato il volontario
sacrificio di Suo Figlio.
La Madonna a Fatima aveva
detto ai tre pastorelli che "tante anime vanno all’inferno
perchè non c’è nessuno che si sacrifichi e
preghi per loro". Ebbene la Vergine Santissima ha spinto
al sacrificio volontario, affinchè per mezzo della sofferenza
e della preghiera di uomini volenterosi, fatta secondo queste
intenzioni, molte anime potessero salvarsi.
Vorrei dire che questo
è un concetto, il senso della riparazione per gli altri,
che la Chiesa ha sempre sottoscritto pienamente. Addirittura quella
famosa enciclica "Mistici corporis", ha un passaggio
bellissimo quando dice: "Misterioso, tremendo e mai sufficientemente
meditato". Come è possibile che noi offrendo sacrifici
otteniamo la salvezza di persone che diversamente non si salverebbero?
E la spiegazione è questa: Dio dà a tutti le grazie
necessarie per salvarsi perchè vuole la salvezza di tutti.
Dio vuole che tutti si salvino e nessuno perisca, però
uno che per cattiva sua volontà, disprezza queste grazie
sufficienti e necessarie per salvarsi, può ottenere (usando
un linguaggio molto umano) attraverso le preghiere e i sacrifici
degli altri un supplemento di grazie da parte di Dio, in maniera
tale che con le grazie comuni, necessarie che Dio gli da, non
si salverebbe, con questo supplemento...se lui le accetta, e Dio
rispetta sempre il libero arbitrio, ecco che questo si salva.
Mi viene in mente ad esempio la figura di Giuda Iscariota...chissà
quanti tentativi ha fatto Gesù per convertirlo dal suo
vizio di essere ladro e chissà quante preghiere avranno
fatto gli apostoli per intercedere in suo favore, ma Giuda ha
rifiutato e non ha quindi potuto beneficiare di quelle grazie
supplementari di cui abbiamo parlato".(Ipotesi su Fatima,
Beppe Amico, pag.235 Reverdito Edizioni 1997).
Padre Pio quindi pregava
per chiedere un supplemento di grazie al Signore e attraverso
la sua sofferenza, il dolore delle stimmate, quello spirituale
e fisico, pagava i miracoli che Dio gli concedeva. La giustizia
di Dio impone che se colui al quale è destinata la grazia,
non è in grado di procurarsela da solo, per incapacità
o indegnità, questa stessa grazia può essere richiesta
da un altro, a patto che questi offra un sacrificio gradito a
Dio. Padre Pio, di sacrifici, ne offriva tanti, la sua vita fu
un olocausto d’amore, egli era la vittima per i peccati
del mondo. Oserei dire un altro Cristo, un nuovo Messia vissuto
in terra per completare ciò che manca alla passione di
Gesù.
Noi tutti in verità
siamo chiamati a questo grande compito, a partecipare alla corredenzione
completando con il sacrificio, la penitenza, la preghiera ciò
che manca alla passione di Cristo e l’apostolo Paolo e molto
illuminante a riguardo nelle sue lettere.
Ecco ora una testimonianza
di guarigione miracolosa tratte dal libro "Per la storia"
di Alberto Del Fante: "Il fatto che riporto - scrive l’autore
- non ha nulla di straordinario, avendone riportati molti altri...La
signora Gina Angelini di Trento in data 14 dicembre 1948 così
mi scriveva: " ...Di un’altra grazia sono debitrice
al rev.mo Padre Pio, grazia che io non avevo nemmeno chiesta.
Lo scorso agosto fui a San Giovanni Rotondo dal Padre, ma non
ebbi la fortuna di potergli parlare a viva voce. Potei però
assistere alla sua santa messa che è un vero godimento
spirituale e potei ricevere da lui la santa comunione. Deve sapere
che fino a quel giorno io ricevevo la santa comunione sempre in
piedi, perchè in seguito ad una operazione subita nel 1944
per la frattura del ginocchio destro e per la mia negligenza nell’esercizio
della ginnastica medica, il ginocchio era rimasto semi-anchilosato,
in un modo che io lo potevo articolare solo quel tanto che era
necessario per camminare.
Ebbene a San Giovanni Rotondo
io sentii un lieve insolito dolore al ginocchio e m’accorsi
che il ginocchio aveva riacquistato la flessibilità, sicchè
ora posso inginocchiarmi".(Op.cit. Editrice libreria Santa
Maria delle Grazie, pagg.372,373, Nona edizione).
Un miracolo...tre grazie
La signora Maria Rosa Frumento
mi racconta, visibilmente commossa ed emozionata un episodio recente,
un vero prodigio. Sentiamo:
Il 7 agosto del ‘97
ero andata alla casa del bosco per sbrigare delle faccende. Avevo
con me la mamma e guidavo la macchina più grande. Appena
arrivai parcheggiai l’auto su un piazzalino adiacente alla
mia abitazione, nella proprietà dei miei vicini di casa,
anche nostri amici, che dovevo vedere per dei lavori. Mi ricordai
anche di inserire il freno a mano e poi scesi per andare a parlare
con i vicini. Ad un certo momento sentii la mamma gridare spaventata:
"Mariarosa, Mariarosa, la macchina sta andando avanti".
Mi misi a correre per andare a fermare l’auto, e nella fretta
caddi a terra. Sapevo che poco distante c’era una scarpata
di 5 o 6 metri, un’altra poco lontano e poi la strada, fu
per questo che mi affrettai per cercare di fermare la macchina,
tanto che mi trovai con tutte e due le gambe proprio sotto l’auto
e l’automobile mi passò sopra le gambe...(lo dice
quasi estasiata, ancora visibilmente emozionata)...e le ruote
mi sembravano cuscinetti di gommapiuma. Io ho sentito sulle gambe
una morbidezza straordinaria.
Bisogna considerare che
la mia macchina sarà certamente 10, 12 quintali di peso;
capirete perciò che le ruote avrebbero dovuto ridurre le
mie gambe in poltiglia. Una mia amica che aveva visto tutta la
scena si mise a gridare: "Dio mio, le gambe di Mariarosa!!!".
Credeva che me le fossi stritolate sotto le ruote. Nel frattempo
la macchina andò avanti, proseguì nella sua folle
corsa. In quel momento non pensai a nulla, nemmeno che la macchina
mi era passata sulle gambe, pensai solo a mia suocera che stava
per cadere nella scarpata con tutta l’automobile. Quando
vidi che stava accadendo l’irrimediabile non ebbi la forza
di fare nulla, solo di invocare con tutto il fiato che avevo il
nostro caro Padre. E così gridai a tutta voce: "Padre
Pio....!!!!". La mamma, dopo l’episodio, quando ci
raccontavamo che cosa era accaduto, disse che come io avevo invocato
l’aiuto di Padre Pio, la macchina si era girata leggermente
sulla destra dove c’era un arbusto, una pianticella e lì
si era fermata.
Io ero molto preoccupata
perchè la mamma è malata di cuore e con un colpo
simile poteva anche morire, per di più è avanzata
in età, ha 90 anni. Ed invece nulla, era tranquillissima;
io, a quest’ora, potevo avere le gambe triturate ed essere
ridotta su una sedia a rotelle, la macchina poteva distruggersi
ed invece non ha avuto alcun danno. Tre grazie in una volta sola".
§§§
"Ho ottenuto molte
grazie per intercessione di Padre Pio - dice visibilmente commosso
Agide Finardi di Bolzano suo figlio spirituale – un racconto
che riguarda la mia salute. Fui ricoverato nel reparto di medicina
per un tremendo mal di pancia. Il professor Casadei mi fece fare
tutte le analisi e poi anche la colonscopia. In quell’occasione
mi tolsero cinque linfonodi dal colon e il medico mi disse che
avrebbe dovuto mandarmi in chirurgia perchè c’erano
degli altri linfonodi che non si potevano togliere e che poi c’era
qualcosa d’altro che si doveva controllare. Andai nel reparto
chirurgia e cominciai tutto daccapo. Altre analisi, altri controlli,
finchè un bel giorno mi dissero che era necessaria un’altra
operazione. Pregavo Padre Pio in quei momenti e avevo con me un
crocifisso che mi aveva regalato proprio lui e che tenevo sotto
il cuscino. La mattina mi chiamò l’infermiera e mi
invitò a seguirla per prepararmi all’operazione.
Mi portarono in precamera operatoria e un medico mi disse che
era necessario praticare un taglio sulla pelle per infilarmi un
tubetto. Prima di entrare in sala operatoria, sentii distintamente
una voce che mi diceva: "Non aver paura, tutto andrà
bene, tutto passerà". Era la voce di Padre Pio. Il
dottor Fabbro poi, pochi secondi prima di cominciare l’operazione,
mi disse quella stessa frase che di solito mi ripeteva sempre
Padre Pio: "Agide non ti agitare, conta fino a tre".
Io contai fino a due e poi mi addormentai. La sera il dottore
venne da me, mi schiaffeggiò un po’ per farmi svegliare.
Destatomi da quella specie di sonno del dopo operazione, mi accorsi
di avere due ferri ai fianchi con due borsette e un grande piastrone
sul petto. Mi impressionai, ma non avvertii nessun dolore. Mi
curarono bene, mi seguirono, vennero a trovarmi parecchie persone.
Passai i miei giorni in ospedale senza sentire alcun male. Era
un brutto male, un carcinoma che non dava molte speranze.
Dopo che uscii dall’ospedale,
quando andai a levarmi i punti, l’infermiera che mi aveva
assistito mi disse che aveva avvertito un profumo intenso nella
mia stanza e che gli era sembrato strano perchè oltre al
profumo avvertiva anche un calore inusuale. Mi chiese spiegazioni
e io risposi che non sapevo dargliele, ma che avevo con me un
crocifisso che mi aveva regalato Padre Pio. E lei aggiunse: "Ecco
ora mi spiego...è per questo che ho portato altri due ammalati
nella sua camera, perchè mi ero accorta che qui c’era
qualcosa di buono". L’infermiera mi chiese di raccontarle
di Padre Pio e la prima volta che andai a San Giovanni Rotondo
la portai con me per farle conoscere il Padre".
Bilocazione e rapimento
mistico
La bilocazione si può
raggruppare in quella fenomenologia che da luogo ai cosiddetti
fenomeni fisici del misticismo; è una manifestazione la
cui dinamica sfugge alle leggi fisiche ed è tuttora inspiegabile
sia dalla scienza che dalla Chiesa.
Naturalmente considereremo
soltanto quella in ambito cattolico, escludendo i fenomeni di
dubbia origine e quelli riscontrabili in sedi profane. La manifestazione
bilocativa in Padre Pio avviene in un contesto marcatamente religioso,
è frutto di un approfondito contatto con le cose celesti,
si manifesta in coloro che hanno scoperto l’essenza della
divinità, per quanto in modo imperfetto data la loro natura
mortale. Tuttavia, nel caso di Padre Pio, si tratta di una conoscenza
superiore, concessa al frate in grazia di una ricerca intensa,
di un anelito profondo e sentito verso Dio, sotto la forza dello
Spirito che guida la sua anima dalle tenebre alla luce.
Il monaco stigmatizzato
è il personaggio mistico forse più conosciuto nel
mondo per le sue bilocazioni. Nella sua vita si contano centinaia
di casi bilocativi. I testimoni sono numerosi, le biografie del
frate citano innumerevoli episodi di questo tipo. Noi ne racconteremo
uno insolito, ma non privo di elementi che lo caratterizzano,
includendolo in un ambito indubbiamente soprannaturale.
La signora Mariarosa Frumento,
conosciuta nell’aprile del ‘94 a San Giovanni Rotondo
durante il mio primo viaggio nelle località in cui visse
Padre Pio, mi raccontò molti episodi di bilocazione, più
o meno tutti conosciuti e già scritti nelle biografie ufficiali.
Alcuni li ho citati nel mio primo volume "Padre Pio il frate
dei miracoli", pubblicato nel ‘95 dalla Reverdito Edizioni.
Desidero ora riportarne uno inedito:
"Padre Pio - dice
la signora Frumento - mi appare spesso in sogno. Certamente non
a comando, io non posso controllare questo fenomeno. Esso avviene
spontaneamente e mi da molto conforto spirituale. Egli mi appare
mentre dormo. E’ vestito da sacerdote, con i paramenti sacri
come quando in vita stava in confessionale e mi confessavo da
lui. Padre Pio, durante il sogno, mi chiede se desidero confessarmi.
Io rispondo che mi fa piacere. Comincio a dire i miei peccati.
Egli mi sorride in modo paterno e mi da delle indicazioni di tipo
spirituale. La decisione di venire quì a San Giovanni Rotondo
e di rimanerci stabilmente, l’ho presa, insieme a mio marito,
dopo un sogno in cui il Padre mi diceva che desiderava che io
mi trasferissi quì definitivamente. Per l’occasione,
ricordo che pregai molto per capire se era la giusta decisione,
e domandai consiglio anche a Suor Pura Pagani, sua figlia spirituale,
molto illuminata in argomenti come questo. Anche lei ci consigliò
di seguire ciò che Padre Pio aveva detto nel sogno e facemmo
quindi senza esitazioni il passo, anche se in un primo momento
poteva sembrare difficile, visto che sia io che mio marito non
eravamo abituati a vivere nel sud. Siamo molto contenti di questa
decisione. Quì ci troviamo bene e abbiamo trovato molta
comprensione, abbiamo ottimi rapporti con tutti i nostri concittadini".
Padre Pio quindi si manifesta
in bilocazione anche durante il sonno. Ritengo che in sogni, cosiddetti
mistici, egli compia delle vere e proprie bilocazioni dallo stato
spirituale in cui ora si trova, fin dentro la nostra coscienza.
Certamente le bilocazioni
in cui si sono riscontrati effetti particolari, ad esempio di
tipo fisico, quando lui era in vita, hanno caratteristiche assai
più eclatanti, perchè riguardano una persona (Padre
Pio, appunto) di cui abbiamo una certezza fisica specifica e sappiamo
senza ombra di dubbio che dimorava a centinaia, se non a migliaia
di chilometri di distanza dal posto in cui si manifestava in bilocazione.
Nella bilocazione onirica non si può parlare di viaggio
del corpo fisico, perchè questo non esiste nel mondo spirituale;
quest’ultimo tuttavia, in ogni manifestazione bilocativa,
si manifesta chiaro nelle sue fattezze, nei lineamenti, nelle
caratteristiche che lo hanno contraddistinto nel mondo.
Vi siete mai chiesti perchè
noi abbiamo sempre e solo sognato anime che dimorano nelle beatitudini
celesti o negli stati purgativi e mai abbiamo sperimentato, per
lo meno con queste caratteristiche, sogni di anime di cui possiamo
avere la certezza che siano dannate? Perchè a queste non
è permesso manifestarsi dalla volontà di Dio, mentre
alle anime che sono state riconfermate in grazia è possibile,
secondo quelli che sono i disegni celesti, palesarsi ai viventi,
per chiedere preghiere di suffragio, per confortare gli animi
turbati, per un’inesplicabile e misterioso progetto divino.
Può accadere invece
che il demonio si manifesti in sogno, o si camuffi sotto le fattezze
di un essere angelico o beato; ed in questo caso è opportuno
mettere in atto tutte le nostre facoltà di discernimento
e chiedere consiglio ad un sacerdote che sappia indirizzarci bene.
Personalmente ho visto
molte volte Padre Pio in sogno, spesso quando ne avevo bisogno
per il mio cammino spirituale, qualche volta per altre ragioni.
La bilocazione in Padre
Pio aveva risultati straordinari, frequentemente di tipo spirituale,
ma qualche volta sortiva effetti positivi anche su malattie e
disturbi fisici. Egli, senza alcuna difficoltà, si trasferiva
al capezzale di un ammalato per assisterlo, confortarlo, spesso
anche per condurlo da questa all’altra vita con tutte le
assistenze necessarie per poter morire nella pace di Dio. La bilocazione
non avveniva per cose futili o motivi di ordine personale, nemmeno
per soddisfare la curiosità umana, salvo nei casi in cui
il Signore lo ritenesse utile per il bene spirituale dell’anima,
come nel caso di quell’uomo che vide Padre Pio entrare nella
sua camera minaccioso e si sentì dire: "Ladro, sei
un ladro, l’hai pagato cinque e lo vuoi rivendere a venti".
E’ un altro episodio citato nel mio volume del ’95,
in cui Padre Pio interviene per convertire l’anima di un
materialista peccatore.
"Un mio carissimo
amico - racconta don Gabriele Amorth - D. Francesco Testi, già
assiduo frequentatore di Padre Pio, quando fu ordinato sacerdote,
andò a celebrare una prima messa a Motta Secchia (Modena),
in una delle case fondate da sua madre, la Serva di Dio Mamma
Nina. Là c’era una vecchia suora, Sr. Erminia, molto
buona. A un certo punto della Messa, Sr. Erminia si mise a battere
le mani, piena di gioia. Quando alla fine fu interrogata del perchè
avesse applaudito, rispose con naturalezza: "Perchè
c’era Padre Pio, non lo avete visto?". Era presente
anche l’Ing. Cremonini, uno dei fedelissimi di Padre Pio.
Alla sera partì per San Giovanni Rotondo e il mattino seguente
avvicinò Padre Pio: "Padre, ieri don Francesco ha
celebrato la prima Messa a Motta". E Padre Pio: "Lo
so bene; c’ero anch’io!". La bilocazione - continua
ancora don Amorth - non ha una spiegazione naturale. Qualche fatto
assomigliante, studiato dai parapsicologi, ha caratteristiche
del tutto differenti".
La signora Serra dice di
non aver mai assistito a fenomeni di bilocazione però afferma
che "il Padre andava a Loreto da Madre Speranza e i suoi
viaggi erano tutti nel mondo dello spirito naturalmente. Anche
Madre Speranza "viaggiava" molto e ricordo che pensavamo
fra di noi in maniera molto bonaria, che si facevano concorrenza
tra di loro. Madre Speranza andò una volta con un gruppo
di suore e il suo confessore e padre spirituale, in pellegrinaggio
a Loreto ed io ebbi la testimonianza di un fenomeno fisico del
misticismo di Madre Speranza, da un giovane sacerdote di Loreto
che era preposto all’apertura e la chiusura della piccola
chiesina. Una mattina andando ad aprire la chiesetta, la casetta
santa, vide Madre Speranza attaccata sul soffitto che pregava.
Era in levitazione. Vicino alla chiesa c’era un alberghetto
e questo giovane sacerdote tutto spaventato andò a chiamare
il suo direttore spirituale e disse: "Ma quella suora è
dei vostri? Che cosa dobbiamo fare?" e gli raccontò
che cosa aveva visto. Il padre spirituale di Madre Speranza sorrise
divertito e disse: "Lasciate perdere, verrà giù
da sola".
Sò che Padre Pio
veniva in bilocazione a Loreto perchè amava molto questo
posto. Egli andava spesso in preghiera a Loreto e qualcuno forse
lo vedeva".
Ecco ora un episodio di
bilocazione di Padre Pio vissuto da un monsignore fiorentino nel
1921: "Questa guarigione è stata raccontata da un
monsignore fiorentino. L’ammalata era sua sorella, curata
dai migliori specialisti e ridotta in fin di vita da tifo specifico,
paratifo A, paratifo B.
I parenti avevano scritto
a Padre Pio invocando preghiere ed un ricordo per l’ammalata.
Il 20 luglio 1921, alle
quattordici e trenta, monsignore trovandosi solo nel suo studio
ha la sensazione di avere una persona alle sue spalle. Si volta
e vede un frate che scompare. Spaventato, rabbrividendo pensa
di trovarsi alla presenza di Padre Pio.
Si allontana dalla stanza
sconvolto e s’incontra con un suo cappellano al quale racconta
ciò che gli è accaduto. Il cappellano pensa trattarsi
di allucinazione dovuta al suo attuale stato di angustia per le
gravissime condizioni di sua sorella e per distrarlo lo invita
ad uscire di casa.
Appena vi ritornano, sono
chiamati nella stanza dall’ammalata. Costei, che poco prima
si trovava in istato comatoso, all’ora stessa che il fratello
provava la sensazione di trovarsi alla presenza di padre Pio,
racconta di aver visto entrare nella sua camera un frate che avvicinandosi
le aveva detto: "Non temere, domani scomparirà la
febbre e fra qualche giorno sul tuo corpo non resterà traccia
di male".
"Ma padre - ella aveva
risposto - voi siete un santo?".
"No, sono una creatura
di cui si serve il Signore per le sue misericordie".
"Datemi, o Padre,
da baciare la veste".
"Bacia i segni della
passione", e le mostrò le mani che ella vide benissimo
trafitte e sanguinanti.
"Padre, vi raccomando
mio marito e la mia bambina".
"Prega, prega tu che
sei buona e stà sicura che la tua bambina è sotto
la mia protezione". E benedicendola mentre si allontanava
disse: "Ti lascio il ricordo della mia venuta 20 luglio 1921".
L’ammalata migliorò,
subito dopo la febbre discese, il giorno appresso era già
a 37,4 e otto giorni dopo era guarita".(Per la storia, Padre
Pio, il primo sacerdote stigmatizzato, e fatti nuovi - pagg.420,421,
Editrice Libreria S.Maria delle Grazie-Fg). Nel caso citato si
manifesta anche un altro grande dono di Padre Pio, la profezia
o preveggenza, cioè la conoscenza del futuro, nel momento
in cui annuncia la guarigione della malata dicendo "non temere,
domani scomparirà la febbre e fra qualche giorno sul tuo
corpo non resterà traccia di male".
Un episodio di bilocazione
tratto dal 2° memoriale della signora Mariarosa Frumento,
raccontatomi il 25 aprile 1997:
"La nonna morì
nel ‘48, Padre Pio lo conobbi nel ‘47. Tutti in casa
eravamo devotissimi di questo grande sacerdote. Io sola lo conoscevo,
ma anche i miei familiari erano molto coinvolti, perchè
raccontavo loro tutto quello che riguardava il Padre. Ho lavorato
veramente tanto per il Padre, nel mio paese, nella mia terra,
l’ho portato proprio io.
Ebbene, la nonna aveva
quasi novant’anni, era lucidissima, ma il fisico aveva ceduto
e siccome era inverno, la mamma la teneva a letto per farla stare
al caldo e perchè potesse riposarsi. Ricordo che la nonna
diceva spesso al Signore questa preghiera: "Dio mio, permettimi
di morire in una maniera rapida e di poter ricevere i sacramenti".
La nonna andava sempre a messa, ma nell’ultimo periodo a
causa del suo stato di salute non poteva uscire, sicchè
il nostro Monsignore, il nostro parroco, mons.Marini, portando
la comunione agli ammalati e agli anziani, passò anche
da noi per permettere a mia nonna di comunicarsi con Gesù.
Quella mattina, mentre la nonna stava a letto, mi chiamò
dicendomi: "Mariarosa, vieni quà...senti. Questa mattina,
verso le cinque, c’era quì Padre Pio che mi dava
una benedizione. Mi guardava con l’occhio triste mentre
mi benediva e aveva come paramenti il piviale". Io chiesi
alla nonna se l’avesse forse sognato. Lei rispose decisa:
"Neanche per sogno, ero sveglia come adesso". Rimasi
un po’ confusa e mi interrogavo sul significato di quella
bilocazione. Corsi subito dalla mamma e le raccontai tutto. Nel
frattempo, dopo qualche ora, arrivò da noi il Monsignore
per dare la comunione alla nonna. Arrivò l’ora del
pranzo e uscito che fu il parroco, mia madre cominciò a
preparare qualcosa da mangiare per l’anziana donna ammalata.
Le stanze da letto erano al piano superiore e ricordo che mia
madre mentre saliva la scala diceva ad alta voce: "Nonna
le ho portato la minestrina che le piace, stò arrivando".
Io ero in un’altra stanza e stavo scrivendo ad una amica
di San Giovanni Rotondo, ma sentivo tutto quello che accadeva,
finchè ad un tratto sentii un urlo. Mi spaventai, pensai
subito che la mamma potesse essere caduta per le scale, ma quando
mi avvicinai alla stanza, sentii che mia madre gridava: "La
nonna è morta, la nonna è morta". Ero così
sconvolta da non avere nemmeno il coraggio di entrare. La mamma
scese le scale e andò a chiamare qualcuno in aiuto. Arrivarono
dei ragazzi che lavoravano nella nostra fabbrichetta e constatarono
il decesso dell’anziana donna. La nonna era quindi morta
e Padre Pio, poco prima, era venuto a salutarla. Io, come dicevo
stavo scrivendo alla mia amica Lina Fiorellini e alla fine della
lettera aggiunsi anche quello che era accaduto poco prima e le
comunicai che la nonna era morta e che eravamo tanto addolorati.
Aggiunsi anche che desideravo una parola di conforto da parte
del Padre. Lei che andava a confessarsi settimanalmente, chiese
a Padre Pio una buona parola per noi. Il Padre le disse: "Comunica
loro che se non è già in Paradiso, ci sarà
molto presto. Così ho capito che la nonna si era salvata
e fu una grande consolazione.
Invece per quello che riguarda
la mia mamma, il Padre usò un’espressione bellissima.
Quando la mia amica Lina andò a riferirgli che era morta
e gli chiese qualche parola di conforto per me, Padre Pio disse
queste parole: "Preghi lei per noi poveri derelitti quell’anima
benedetta. E noi pregheremo perchè raggiunga presto la
gloria del Cielo e che la figlia sia sempre degna di tal madre".
Ricordo, dopo che la mia mamma era morta, che Padre Pio mi riprendeva
spesso su cose che non piacevano a mia madre. Mi domandava: "perchè
hai fatto questo? Lo sai che la tua mamma non approverebbe questo
tuo comportamento?".
Agide Finardi di Bolzano
racconta un fenomeno di bilocazione di Padre Pio:
"Tra il 1953 e il
1959, andavo a messa tutte le mattine. Ricordo che una volta andai
alla chiesa di Cristo Re a Bolzano, distante cinquecento metri
da Via Druso dove abitavo allora. Appena entrato vidi sull’altare
Padre Pio che celebrava la messa. Dissi: "Non è possibile
che sia Padre Pio, lui non si muove mai dal convento, non sarebbe
certo potuto venire a Bolzano". Mi avvicinai di più
all’altare per constatare se era veramente il Padre. Era
proprio lui. Corsi in sacrestia alla fine della messa per vedere
se anche lì avrei trovato Padre Pio, ma invece mi accorsi
che era un frate comune. Tornai a casa e dissi ad un mio operaio
di portarmi fino alla stazione. Chiesi a mia moglie di prepararmi
il bagaglio, ma lei voleva farmi desistere perchè in quei
giorni avevamo molti impegni di lavoro da sbrigare. Partii, nonostante
tutto per San Giovanni. Il giorno dopo incontrai Padre Pio in
sacrestia, il quale mi disse: "Guagliò, ma che dovevo
venirti a prendere fino a casa?". Rimasi allibito senza più
sapere che cosa rispondere".
Per ciò che concerne
il rapimento mistico, che è del tutto simile alla bilocazione,
ma differisce in questo perchè riguarda un viaggio non
nel mondo terreno, ma in quello spirituale, potremo dire che questo
fenomeno si è riscontrato spesso nella vita dell’umile
frate di Pietrelcina. Il rapimento a mio avviso più straordinario
è quello vissuto a Venafro nel primo decennio del XX°
secolo, quando rimase in estasi per alcuni giorni. Si dice che
il Signore l’avesse rapito per fargli vedere ciò
a cui sarebbe andato incontro negli anni futuri, tutte le insidie
che avrebbe incontrato sul suo cammino, i figli spirituali che
gli sarebbero stati affidati, anche dopo la sua morte e tante
altre cose di ordine personale che il frate non ha mai rivelato
a nessuno. La caratteristica del fenomeno è identica a
quella vissuta anche da altri santi come ad esempio San Paolo,
quando fu rapito fino al terzo Cielo. Padre Pio non sapeva, come
l’apostolo, se il viaggio avvenisse in corpo o in spirito.
Ma è parere comune che in questi casi il corpo rimanga
fermo, mentre invece lo spirito viaggi in dimensioni a noi sconosciute.
Il caso di Maria Domenica Lazzeri, la stigmatizzata di Capriana
in Val di Fiemme (TN), di cui mi sono occupato per un certo periodo,
è invece di tipo diverso. Ella viaggiava nel tempo e nello
spazio, anche con il suo corpo. Dopo qualche giorno, ritornava
nel suo letto senza che il fenomeno fosse venuto a conoscenza
di nessuno.
Il caso da me citato nel
volume "Padre Pio - il frate dei miracoli", riguardante
don Cornelio Bertagnolli, ritengo debba intendersi invece come
un episodio di visione bilocativa, in quanto il monaco di Pietrelcina
non si trasferì in corpo e spirito a Bolzano, ma don Cornelio
ebbe la possibilità di vederlo nella sacrestia di San Giovanni
Rotondo. Nel suo racconto il sacerdote, racconta di "aver
visto scomparire la parete che aveva di fronte e apparire una
sacrestia" e che poi riconobbe essere quella la vecchia sacrestia
della Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Disse di aver visto
il frate alzare l’indice della mano in tono autoritario
ed imporgli di compiere un servizio. E’ ovvio che Padre
Pio quindi si trovava a San Giovanni Rotondo e che solo per mezzo
di una visione immaginativa don Cornelio aveva potuto vederlo.
L’episodio è descritto con dovizia di particolari
nel libro citato, rimando quindi il lettore a quell’opera
per una lettura particolareggiata.
Alcune esperienze personali
Nell’estate del ‘96
avevo passato alcuni giorni con un amico a San Giovanni Rotondo.
Eravamo ospiti dai coniugi Mariarosa e Gianni Frumento con i quali
abbiamo instaurato una bellissima amicizia. Ricordo che era l’ultima
notte che dormivamo a San Giovanni, l’indomani saremmo dovuti
ripartire. Nei giorni antecedenti a quella notte avevo raccomandato
a Mariarosa di prestarmi uno dei due mezzi guanti che Padre Pio
portava quando era in vita per nascondere le stimmate. Lei li
conserva come qualcosa di prezioso ed ha ragione. E’ una
reliquia straordinaria e ricordo come era dispiaciuta quando una
volta ne aveva perso uno durante un trasloco. Aveva chiesto la
grazia a Padre Pio di ritrovarlo perchè era molto affezionata
a quel ricordo. La grazia le fu concessa. Ritrovò il mezzo
guanto nel giardino della casa del bosco.
Ebbene, io avevo chiesto
a Mariarosa di indossare per un’intera notte quel guanto.
Desideravo farlo per un motivo di devozione innanzitutto e credevo
potesse essermi utile per guarire i quattro tendini flessori del
braccio che si erano tagliati durante un incidente in casa, avvenuto
proprio il giorno dell’anniversario della nascita di Padre
Pio il 25 maggio 1996.
Arrivava la sera, il momento
di andare a letto e puntualmente io dimenticavo di chiedere a
Mariarosa il guanto, non ci pensavo più, mi sdraiavo sul
letto e dormivo senza riflettere su questa particolarità.
Fu per questo che l’ultimo giorno mi raccomandai al mio
angelo custode, dicendogli di ricordarmelo la sera quando saremmo
tornati a casa, altrimenti non avrei più avuto occasione
di indossare quel mezzo guanto, per lo meno fino all’anno
successivo. La cosa funzionò. Io, proprio pochi minuti
prima di ritirarmi nella mia stanza mi ricordai di chiedere a
Mariarosa il mezzo guanto. Andai nella mia camera, lo indossai,
ringraziando il Signore di quella grazia, pregandolo di agire
per mezzo di Padre Pio, affinchè potesse aiutarmi a far
guarire la mano che era compromessa nei movimenti a causa di quell’incidente.
Mi addormentai quasi subito.
Dormivo nella stessa stanza
in cui due anni prima aveva soggiornato Suor Pura Pagani. La stanza
era ammobiliata in stile antico e sulla parete c’era un
dipinto che raffigurava la mano stigmatizzata di Padre Pio, sopra
il disegno c’era un ascara autentica di sangue delle stimmate
stesse del frate. Un vero e proprio pezzo storico, una reliquia
in grande stile. La signora Mariarosa e successivamente anche
Suor Pura, quando l’andai a trovare nel settembre ‘96,
mi raccontò cosa era avvenuto in quella camera in una notte
d’estate di due anni prima.
"Ero ancora sveglia
- diceva Suor Pura - non riuscivo a dormire. Ero raccolta in preghiera,
potevano essere le due di notte, quando sentii bussare alla porta
della camera dove dormivo.
Pensavo fosse Mariarosa
e risposi senza indugi di entrare, di non farsi riguardo. La porta
si aprì lentamente, ma non vidi entrare nessuno. Mi spaventai,
perchè non era la prima volta che il demonio mi disturbava
in quel modo. Mi rivolsi al Signore, pregandolo di soccorrermi
e chiesi a Padre Pio di intervenire. Pochi secondi dopo la porta
sbattè violentemente e non si udì più alcun
rumore. Sono convinta - dice ancora Suor Pura - che se non ci
fosse stata la mano di Padre Pio (raffigurata in quel dipinto
con l’ascara di sangue delle stimmate) quel brutto cosaccio
sarebbe entrato fin dentro la stanza".
Quella notte, mentre indossavo
il mezzo guanto di Padre Pio, provai la stessa esperienza. Ad
un certo punto del mattino, molto presto, sentii battere alla
porta. Ricordando ciò che era accaduto a Suor Pura, non
pensai nemmeno di rispondere. Sapevo chi poteva essere e quindi
mi rigirai come se nulla fosse successo. Verso le cinque del mattino
sentii ancora battere, ma non all’uscio, bensì alla
parete dove stava appoggiata la sponda del letto. Ignorai ancora,
mi rigirai e continuai a dormire. Chiedevo aiuto a Padre Pio,
lo imploravo mentalmente di venirmi in soccorso e non permettere
nulla di male all’impuro apostata. Mi riaddormentai. Fui
risvegliato qualche ora dopo, da un battere ritmico sulle serrande
del balcone della stanza dove dormivo. Capii che il brutto cosaccio
se ne stava andando, lo ignorai nuovamente. Il mattino dopo raccontai
tutto all’amico che stava con me e alla signora Mariarosa.
Nello stupore generale, l’amico disse di aver sentito ed
avvertito durante la notte, le stesse cose che avevo vissuto io.
Può essere solo un semplice caso?
Non lo so, ma posso dire
che i tendini della mano non mi hanno più fatto così
male come prima di andare a San Giovanni Rotondo e che ora la
mano destra che uso molto per scrivere, ha riacquistato tutte
le facoltà di movimento che aveva prima dell’incidente.
Grazie a Padre Pio, non ho alcun dubbio.
Osmogenesia o profumo di
santità
L’osmogenesia o profumo
di santità costituisce uno degli elementi caratterizzanti
della vita di Padre Pio. Il frate con le stimmate è noto
per i suoi caratteristici profumi con i quali si è fatto
e si fa riconoscere. La caratteristica e la dinamica del fenomeno
che si deve ritenere di origine soprannaturale sfugge alla scienza
e alla mistica, ma è ormai parere comune che sia una peculiarità
di tipo carismatico. Moltissimi santi e mistici in odore di santità
hanno manifestato questo fenomeno. Personaggi come Santa Teresa
d’Avila, San Giuseppe da Coppertino, Caterina de Ricci e
Veronica Giuliani e lo stesso Padre Pio.
"...A proposito del
profumo soave che in certi casi si è sprigionato dal corpo
del defunto dopo la morte, l’esempio basato sulle prove
più convincenti e abbondanti è proprio quello di
santa Teresa d’Avila, i cui resti mortali continuarono ad
emanare un odore davvero gradevole per molti anni".(I fenomeni
fisici del misticismo, Paolo A.Orlandi, pag.195, Gribaudi Edizioni,
1996). L’autore di questo splendido volume che si inoltra
nello studio dei fenomeni della mistica soprannaturale in ambito
cattolico, affronta con dovizia di particolari anche uno studio
su Padre Pio. Ecco cosa scrive: "Anche in questo caso, sono
le stigmate a emanare un gradevole odore, come scrive Giorgio
Festa, un medico che ebbe occasione di visitare a più riprese
l’illustre religioso: "Il sangue che a stille sgorga
dalle ferite che Padre Pio presenta sulla sua persona, ha un profumo
fine e delicato, che molti (...) hanno modo di avvertire distintamente...(op.cit.
pag.201). Sebbene il dottor Festa facesse riferimento al profumo
che Padre Pio emanava dalle sacre ferite, ci sono molti testimoni
che garantiscono che questo soave odore, un misto di rose e viole,
si avvertiva anche in altre occasioni. Più spesso quando
il Padre era lontano e desiderava manifestare la sua presenza,
oppure quando voleva essere ricordato, o desiderava avvertire,
consolare, redarguire i suoi figli spirituali. Padre Antonio Gambale,
parroco di Pietrelcina, la città natale di Padre Pio, ha
avvertito questo delicatissimo profumo in più occasioni,
quando ad esempio stava spostando un busto del frate da una stanza
all’altra e l’odore persisteva nonostante egli si
allontanasse anche parecchi metri dal punto dove avvertiva quest’essenza.
Quando ebbe occasione di vedere Padre Pio, il giovane parroco,
chiese ragguagli intorno a quelle manifestazioni. Padre Pio confermò
sempre la sua presenza e chiese: "Hai dei dubbi? Mi chiedi
se ero io?"...Poi si metteva a ridere come era solito fare
lui, quando aveva l’impressione di impressionare un po’
l’interlocutore con i suoi carismi straordinari.
Spiegare razionalmente
un simile fenomeno non è facile. Tuttavia tenteremo. L’unione
filiale con Dio, nella preghiera, nella penitenza, nella mortificazione,
provoca effetti straordinari sia di origine soprannaturale e puramente
spirituale, sia di origine psichico-fisica. Non credo sia percorribile
l’ipotesi della suggestione di gruppo e nemmeno quella personale,
in quanto il fenomeno si verifica in circostanze che non possono
avere questo presupposto. Il gradevole profumo di essenze delicate
in questi contesti, è segno di una perfetta unione con
le cose celesti che sono presagite da segni anche fisici. Il corpo
di Cristo quando venne deposto dalla croce, fu avvolto in panni
di lino bianco, nel sacro lenzuolo, ma prima si pensò di
ungerlo con dell’unguento profumato. Il corpo del Messia
pertanto, dopo la morte profumava soavemente l’ambiente
in cui si trovava. Per la perfetta similitudine ed identificazione
col Cristo, nello stesso modo i carismatici in concetto di santità
possono emanare dal loro corpo, odori gradevoli, come segno della
perfetta unione e somiglianza con il Figlio di Dio morto negli
spasimi della croce. Tuttavia questo segno non costituisce indizio
sufficiente per designare la santità del personaggio che
manifesta tale fenomeno. La Chiesa cattolica studia la vita e
le virtù del candidato alla santità e lo eleva agli
onori degli altari solo se tutto il suo vissuto può considerarsi
eroico.
Riguardo alla osmogenesia,
il famoso profumo di santità, tanto noto ai devoti di Padre
Pio, ancora qualche episodio, uno dei quali già citato
nel mio primo volume sul frate, pubblicato da Reverdito nel ‘95:
"Stavamo sistemando
un busto di Padre Pio quando..."
"Padre Antonio Gambale
parla dei profumi di Padre Pio come una circostanza che non ha
nulla di desueto. Egli dice: "Ho avvertito i profumi del
Padre quando era vivente e lui stesso me lo confermò. Stavo
a Pietrelcina allora, era il 1965, e un nostro confratello mise
un busto di Padre Pio nella sala del terzo ordine. Dopo aver pranzato
tutti noi andammo a vederlo e all'improvviso mentre lo osservavamo
sentii un profumo incredibile, credo un misto di rose e viole,
ma non potei capire esattamente quale fosse l'essenza che avvertivo.
I capelli mi si rizzarono letteralmente, ero ansioso e felice
allo stesso momento, cominciai a palpitare e dissi tra me e me:
-Quì c'è Padre Pio. -. Provai ad allontanarmi da
quel posto e non sentivo più niente, poi mi riavvicinai
e mi accorsi di sentirlo ancora. Chiesi ai confratelli se sentivano
qualcosa anche loro, ma mi risposero che non avvertivano quel
profumo.
Trascorsero due o tre mesi
e poi andai a San Giovanni Rotondo, rimanendo sempre nell'incertezza
di chiedere o non chiedere a Padre Pio spiegazioni di quel giorno,
ma finalmente mi risolsi di confidarglielo e presi coraggio dicendogli:
- Quella volta che Padre Bennato mise un suo busto nella sala
del terzo ordine ...- e qui mi interruppe dicendo con la classica
parlata beneventana: - Non teneva altro da pensare?... -. E poi
continuai spiegandogli che avevo avvertito proprio in quel momento
il suo caratteristico profumo del quale tanto si parlava. Poi
in dialetto dissi testualmente: - Vi foste fatto una camminatina
a Pietrelcina in quell'occasione? - Egli rispose: - Si ero io...perchè
vi dispiace?-
Non so dire che significato
abbiano i profumi, ma è indubbio che indicano un richiamo,
una sua presenza, un segno di benevolenza".(Padre Pio-il
frate dei miracoli, op.cit. pag.103,104).
Ecco l’esperienza
di don Gabriele Amorth:
"Andando da Padre
Pio non ho mai cercato o desiderato di vedere qualcosa di straordinario;
mi bastava la sua vita per toccare con mano la sua santità.
Ma un anno, solo un anno su ventisei di mia frequenza a Padre
Pio, sentii molte volte, a ondate successive e in diversi posti
accanto al convento, un profumo così intenso e gradevolissimo
di vari fiori, da rimanere sbalorditi. Il profumo di Padre Pio,
anche oggi, è un segno della sua presenza, della sua assistenza".
"Sui profumi posso
dirle un esperienza curiosa, ma interessante - dice la signora
Serra - era settembre stavo assistendo alla Messa di Padre Pio...avvertivo
un profumo di rose intensissimo e meraviglioso. La Messa si faceva
all’aperto per ospitare più persone e ricordo che
vicino a me c’era un letamaio dove noi ci sistemavamo quando
lui a mezzogiorno dava la benedizione. C’era quindi questo
grande campo ed io ero proprio in mezzo e sentivo profumo di rose.
Naturalmente capii subito che si trattava dei profumi di Padre
Pio".
"Sentendo il profumo
di Padre Pio riuscii a prendere l’autobus..."
"Quel giorno desideravo
mangiare un pasticcino - dice la signora Frumento - e così
prima di andare all’Università, passai con una mia
amica in una vicina pasticceria nei pressi dell’Ateneo.
Consumammo in fretta la nostra colazione e poi ci recammo nelle
rispettive classi. Durante la lezione cominciai ad accusare dei
forti dolori alla pancia, così violenti da farmi piegare
in due. L’insegnante se ne accorse e mi diede licenza di
uscire. Mi incamminai verso la fermata dell’autobus, ma
i dolori erano così forti da annebbiarmi la vista. Camminavo,
ma non sapevo nemmeno dove andare perchè non potevo distinguere
la strada. Improvvisamente cominciai ad avvertire il caratteristico
profumo di Padre Pio e lo sentivo così forte e distinto
che mi limitai a seguirlo senza badare a dove mettevo i piedi.
Fu così che giunsi alla fermata dell’autobus che
mi condusse fino a casa. Li trovai mia madre che mi soccorse e
subito mi misi a letto. Le mie condizioni peggioravano di minuto
in minuto, mi sentivo corta, corta. Sudavo copiosamente, mi contorcevo
dai dolori, era salita anche la temperatura. La nostra fortuna
fu trovare lì vicino un medico che stava facendo altre
visite. Questi entrò e mi visitò e mi fece subito
una puntura di chemiocitina credo. Poi disse che se non fosse
stato pronto con quella medicina sarei certamente morta disidratata.
Che cosa era successo? Nell’impasto del dolce che avevo
mangiato e che era stato preparato in un tegame smaltato, erano
finite delle sostanze che con il calore del forno si erano disciolte
nella crema. Una reazione chimica velenosissima che poteva portarmi
alla morte. Dopo qualche giorno seppi che cosa era accaduto alla
mia amica che aveva condiviso con me quella colazione. Anche lei
si sentì male, ma in modo meno intenso in quanto invece
che due dolci come me, ne aveva mangiato solo uno.
Ebbi una vera e propria
grazia dal Padre che mi dimostrò anche in quell’occasione
di seguirmi con amore paterno".
Invisibilità e trasfigurazione
Anche questo fenomeno ha
trovato riscontro spesso nella vita di Padre Pio, anche se meno
frequentemente rispetto agli altri doni.
La trasfigurazione si è
potuta riscontrare soprattutto durante la sua messa. Il viso di
Padre Pio assumeva aspetti inconsueti di luce trascendente, davanti
a migliaia di fedeli che ne furono testimoni. C’è
chi dice di aver visto un altro volto sovrapposto a quello del
frate, soprattutto nel momento solenne del "Consumatum est";
qualcuno ha potuto notare un viso insanguinato e coronato di spine,
del tutto simile a quello del Gesù della Sacra Sindone.
Molti settimanali hanno
persino pubblicato una foto in cui si poteva riscontrare una perfetta
sovrapposizione del volto di Padre Pio, con quello del Cristo.
Più spesso il viso del frate con le stimmate era trasfigurato
in una luce celeste della quale non si sono potuti trovare riferimenti
terreni; la signora Frumento di San Giovanni Rotondo dice di averlo
visto mutare espressione più volte durante la celebrazione
del sacrificio eucaristico. "Il volto di Padre Pio, mutava
continuamente, a volte piangeva, poi rideva, spesso mostrava di
essere sofferente, era anche rapito, in estasi, come se vedesse
delle cose ineffabili e noi eravamo lì davanti a lui e
potevamo notare tutti questi cambiamenti di espressione".
Don Pierino Galeone nel
suo memoriale ricorda che "una mattina, nel far la S.Comunione,
mi parve di vedere Padre Pio cambiare le sue sembianze: me lo
vidi davanti sotto le sembianze di Gesù, in paramenti sacerdotali,
mentre mi faceva la Santa Comunione".
"Fermati e guarda..."
"Un’altra mattina
Padre Pio confessava nella sacrestia dell’antica Chiesetta
- racconta ancora don Pierino - era seduto a destra di chi entra
dalla porticina che dalla Chiesetta mena nella sacrestia.
L’angolo, dove il
Padre confessava, era riservato da due tende. Dal centro, dove
le tendine non combaciano perfettamente, riuscivo a vedere Padre
Pio. Gli uomini, seguendo le prenotazioni, erano disposti da un
lato tutti in fila indiana. Io, dal posto dove mi trovavo, recitavo
il breviario e, a tratti, alzavo lo sguardo per vedere il Padre.
Sotto lo stipite della
porticina, a destra della Chiesetta, sbucò un uomo robusto
e bello, dagli occhi piccoli e neri, capelli brizzolati, dalla
giacca scura e pantaloni rigati.
Volevo non distrarmi e
continuare a recitare il Breviario. Ma una voce interiore mi ingiunse:
"Fermati e guarda!".
Mi fermai ed osservai.
Senza attendere il suo turno, dopo qualche passo avanti e indietro,
quell’uomo si fermò proprio davanti alla congiuntura
delle tendine e, mentre il penitente si alzava dall’inginocchiatoio
per uscire dalle tende, si infilò subito fra di esse rimanendo
dritto in piedi, davanti a Padre Pio, che, sul momento, non riuscii
più a vedere.
Dopo alcuni minuti, vidi
ancora quell’uomo scomparire a gambe divaricate, sotto il
pavimento, mentre sulla sedia, dove era seduto il Padre, non vedevo
più Padre Pio, ma Gesù, giovane, biondo e bello,
tirato un tantino all’indietro sulla spalliera della sedia,
intento a guardare fisso quell’uomo che sprofondava giù.
Vidi di nuovo il Padre
che, venendo dall’alto, tornava a sedersi al suo posto,
mentre le sue sembianze si fondevano insieme con quelle di Gesù.
Poi vidi solo il Padre,
seduto. E subito, sentii il suo vocione: "Giovanotti, vi
volete sbrigare?".
Il fatto passò inosservato
agli uomini che attendevano, i quali ripresero subito il turno.
L’anno seguente eravamo
sulla veranda in tanti. Si parlava col Padre se era vero, come
affermava uno scrittore, che i demoni, dopo qualche millennio,
sarebbero entrati in Paradiso.
Padre Pio ascoltava e taceva,
ma dal volto sembrava non condividere le affermazioni dello scrittore.
Ad un certo punto, uno di noi gli chiese il suo parere. Ed Egli
così ripose: "Ricordo di aver letto che un povero
sacerdote si trovava in sacrestia a confessare degli uomini. Ad
un tratto entrò un uomo robusto, dagli occhi piccoli e
neri, capelli brizzolati, giacca nera, pantaloni rigati, il quale,
passando davanti a tutti, si presentò al sacerdote per
confessarsi, rimanendo dritto in piedi.
L’umile sacerdote
lo invitò ad inginocchiarsi, ma quell’uomo rispose:
"Non posso!". E, credendo che fosse malato, ascoltò
ugualmente la sua confessione. Sembrò che avesse commesso
tutti i peccati di questo mondo. Pensava in cuor suo quel sacerdote:
"C’è chi li fa e c’è chi li toglie,
tutti i peccati di questo mondo". Dopo aver ascoltato la
confessione, il sacerdote diede gli opportuni consigli e invitò
ancora una volta quello strano penitente a inginocchiarsi un istante
per ricevere l’assoluzione o, almeno, ad abbassare il capo.
Ma quell’uomo, con più durezza e quasi seccato, rispose:
"Non posso!". A questo punto, raccontava Padre Pio,
il confessore disse: "Amico mio, al mattino, quando ti infili
i pantaloni, te la pieghi un po’ la testa, si o no?".
L’uomo guardò
con sdegno e disprezzo il confessore e con rabbia rispose: "Io
sono Lucifero, nel mio regno non esiste piegatura!".
Padre Pio concluse: "Se
Lucifero e i demoni non possono piegarsi a Dio, non possono andare
in cielo per forza".
Poco dopo, Padre Pio si
alzò dalla poltrona di vimini, dove era seduto in veranda,
e stava per ritirarsi in cella n.1. Sotto lo stipite, mi avvicinai
a Lui e gli dissi: "Padre, quel sacerdote di cui avete raccontato
eravate proprio voi. Il fatto - aggiunsi - vi capitò l’anno
scorso, giù in sacrestia, ed ero io presente.
Il Padre si rattristò
molto e, piangendo, mi ripose: "Sì, è vero,
è capitato anche a me, ma è vero pure che il medesimo
racconto l’ho letto in un libro".
Per ciò che riguarda
invece l’invisibilità si racconta che qualche volta
Padre Pio passasse sopra la folla dei fedeli compiendo un volo
invisibile per fare ritorno nella sua cella a pregare. I fedeli
che lo attendevano con ansia non vedendolo arrivare, si informavano
dai confratelli, chiedevano se Padre Pio avrebbe tardato ancora
per impartire la sua consueta benedizione. Quando i frati spiegavano
che l’anziano monaco era già da qualche tempo nella
sua cella, capivano che egli era già passato per la benedizione,
ma con un viaggio invisibile.
L’invisibilità
invece è frequente nella bilocazione. Questa particolarità
non è riscontrabile solo in Padre Pio, ma anche in molti
mistici e santi, oppure i defunti morti nella grazia di Dio o
coloro che dopo aver soggiornato negli stati di purgazione hanno
raggiunto la beatitudine dei cieli. Natuzza Evolo, la mistica
di Paravati ad esempio, dice che spesso nelle bilocazioni di cui
è protagonista deve mantenersi invisibile per non spaventare
la persona o le persone che deve visitare.
ZOPPICAVA DALLA NASCITA
ORA NON PIU'
Zoppicava da oltre 16 anni, a causa del suo piede valgo mal operato.
Ora non più, grazie ad una presunta ed improvvisa guarigione
attribuita a Padre Pio da Pietrelcina, avvenuta il 18 settembre
dell'anno scorso, proprio nel giorno in cui si celebra l'anniversario
della morte del futuro Santo del Promontorio dell'Arcangelo Michele.
La presunta miracolata si chiama Maria Russo, 44 anni, originaria
di Rignano Garganico, ma residente a Collegno, nel torinese, dove
vive assieme al marito Michele e ai suoi due figli da oltre vent'anni.
La sua menomazione, aggravata da un'atrofia muscolare in sede,
l'avrebbe dovuta perseguitare per tutta la vita. Così non
è stato, vediamo perché. Un bel mattino Maria, dopo
essersi alzata ed aver calzato le sue scarpe ortopediche, tremendamente
anti-estetiche, si avvia all'usuale lavoro in fabbrica. Fa l'operaia
in un maglificio. E' l'anniversario della morte di Padre Pio,
ma lei non lo sa o forse non ci pensa. Raggiunto il luogo di lavoro,
la donna va a cambiarsi d'abito negli spogliatoi. Ed è
qui che si compie l'inatteso miracolo. Ad un tratto avverte un
intenso odore di fiori, forse di lavanda. E' il profumo di Padre
Pio ! Ma anche in questo caso, lei non lo sa, né riesce
a spiegarsi la causa e la provenienza dello stesso. In quel momento,
il suo unico assillo è di fare presto e di raggiungere
il posto di lavoro. Pertanto, non si accorge nemmeno che il suo
piede è guarito e non la fa più zoppicare. Se ne
rendono conto e glielo fanno subito notare le amiche, una volta
arrivata nella sala delle macchine. "Che cosa ti è
capitato, non vedi che cammini bene ? Chi o che cosa ti ha guarito
?" - sussurra più di una. Ed è allora, che
anche lei si accorge di non trascinare più il piede. Ma
non è convinta del tutto. Teme, infatti, che un simile
stato di grazia sia soltanto apparente e che non possa durare
a lungo. Per cui prova e riprova a deambulare e persino a saltare.
Tutto procede perfettamente. Si ripete ancora quando, a fine lavoro,
la donna si appresta a raggiungere la fermata del bus, che la
riporta a casa. Infatti, si mira e si rimira attraverso le vetrine
dei negozi. Il medesimo esperimento viene, poi, rinnovato a piedi
scalzi nella propria abitazione, davanti al marito e ai figli.
Il riscontro permane positivo. Insomma la nostra protagonista
si sente e si dimostra davvero guarita. "Un evento del genere
non me lo sarei mai aspettato - ci ha svelato la donna in un recente
incontro - benché non ho chiesto mai niente per me al frate
santo, se mai l'ho fatto, ho pregato sempre per gli altri".
Pian piano, comunque, riesce a rimembrare punto per punto gli
episodi strani capitatile nel corso della giornata. Il discorso
ora le è completamente chiaro: "sì, sono guarita.
È stato Padre Pio a farmi la grazia" - urla improvvisamente
la donna tra lacrime di gioia e speranze esaudite. La conferma
l'ha durante la notte. All'improvviso, si sveglia, sopraffatta
da un bisogno fisiologico. Si butta giù dal letto e prima
di dirigersi al bagno, guarda la fotografia del frate, da oltre
un ventennio esposta sul comodino. Padre Pio le sorride allegro
e rassicurante. Trascorsi alcuni minuti, l'atteggiamento del cappuccino
rimane inalterato, mentre intorno si spande il tipico profumo
di fiori, avvertito il giorno precedente. Maria allora si inginocchia
e si mette a pregare intensamente, chiedendo perdono per non averci
creduto prima. Quindi, si rialza soddisfatta e serena. L'immagine,
intanto, è ritornata ad essere "carta" inanimata,
fredda come e più di prima. Nonostante questo, qualche
giorno dopo, al fine di dare a se e ai propri familiari una spiegazione
plausibile anche sul piano scientifico, si reca dal proprio medico
curante. Il sanitario si dimostra scettico e stupito nella stesso
tempo. Pertanto, insiste nell'escludere ogni ipotesi di vera e
propria guarigione, lamentando in proposito il parere espresso
e confermato più volte dagli specialisti del "Rizzoli",
il centro ortopedico bolognese, dove la donna era stata visitata
in diverse occasioni. Non passa una settimana, che Maria ottiene
una ulteriore riprova del miracolo. Infatti, qualche giorno dopo,
riceve una inattesa telefonata. E' sua cognata, dal paese natio.
Quest'ultima, le racconta uno strano sogno: "ti ho vista
camminare con dei tacchi a spillo, proprio tu che non puoi calzare
quelle scarpe, sei sicura che va tutto bene ?". Il resto
si capisce. Maria scoppia in lacrime e svela l'accaduto. Nei mesi
scorsi la donna, legatissima alla natia Rignano, è scesa
in paese per far visita a dei parenti. La prima cosa che ha voluto
fare è stata quella di portare la famiglia in quel di San
Giovanni Rotondo, per ringraziare a viva voce, questa volta non
più zoppicando, il cappuccino barbuto dei mille miracoli.
"Spero solo che a breve - ha commentato Maria al termine
della nostra chiacchierata - il Papa annunci la santità
di Padre Pio".
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